“In 72 ore dalla zona gialla alla ‘bizona’ arancione/rosso, passando per l’arancione light: è un chiaro segnale di come il governo regionale di centrodestra navighi a vista senza una strategia e, soprattutto, senza un piano e un programma di azione. Intanto è notizia certa che in appena due anni di governo i conti della sanità sono tanto in rosso da sfiorare la cifra di 100 milioni di disavanzo per il 2020! Colpa del covid? Delle varianti? Degli ospedali oberati? Dei cittadini disobbedienti? Troviamo una quadra e facciamo la cosa più sensata: si crei una governance alla sanità e si arrivi il più presto possibile ai vaccini per uscire dalla pandemia”.
Così il capogruppo Pd Silvio Paolucci e i consiglieri regionali Pd Antonio Blasioli, Dino Pepe e Pierpaolo Pietrucci che stanno preparando un’interpellanza diretta all’esecutivo per conoscere la rotta delle vaccinazioni e un accesso agli atti per capire come si sia arrivati a tale indebitamento della sanità regionale in soli due anni di governo.
“Siamo stufi di apparire come censori, ma le tante istanze che ci arrivano dal territorio e dalla comunità, vanno tutte in una direzione: arrivare prima possibile all’immunità attraverso i vaccini e non attraverso il contagio, che ormai dilaga anche dove dovrebbe essere contenuto – spiegano i consiglieri – Passare dal giallo all’arancione, chiudendo nel rosso due province e diversi comuni abruzzesi, significa cavalcare l’emergenza senza una vera e propria meta, soprattutto se nel giorno in cui si valuta la gravità della situazione si lasciano aperte attività e luoghi potenzialmente a rischio.
Come se non bastasse, nonostante i 108 milioni di fondi governativi per affrontare il Covid, sommati alle risorse in più per il Servizio sanitario regionale la Regione sta per contabilizzare un disavanzo di quasi 100 milioni a chiusura del quarto trimestre 2020. Questo è il costo imponente della totale mancanza di programmazione covid e non covid.
Sul fronte Covid ormai il contagio avanza nelle nostre vite al punto da arrivare a cerchie vicinissime di ognuno di noi: si poteva evitare con un’azione più oculata: a monte affrontando bene e completando la campagna di vaccinazione anti influenzale, uno dei flop più clamorosi dell’esecutivo, ma soprattutto, memori di quegli errori, partendo spediti con la vaccinazione del maggior numero possibile di abruzzesi.
Invece, come detto, nei giorni in cui si annuncia l’apertura della campagna vaccinale al mondo della scuola, si stanno ancora raccogliendo le manifestazioni di interesse per gli ultraottantenni, senza avere lumi sul posto e modalità della somministrazione né dell’uno, né dell’altra, né di quando le altre categorie potranno arrivare al loro turno. Nessuna ipotesi nemmeno su quanto vaccino le Asl riescono ad inoculare, né è noto quanto personale è impiegato e quanto tempo servirà a chiamare almeno i 120.000 prenotati fino ad oggi e a vaccinarli. Una latitanza totale, che capita quando si governa senza un programma delle azioni da mettere in campo: ormai siamo in emergenza da un anno e finita la fase 1 non riusciamo ad andare oltre, anzi, rischiamo di tornare a un passato di commissariamento da cui l’Abruzzo, grazie al lavoro del centrosinistra, era uscito già da tempo”.