Una lettera dal pugno duro, indirizzata agli organi superiori di Partito, in primis a Nicola Zingaretti, con l’intento espresso di voler segnalare una situazione “spiacevole”, rea di non favorire il PD stesso alle urne. Roberto Verdecchia, avvocato, politico di lungo corso e oramai ex PD, chiede una profonda riflessione su quanto accaduto: venne lanciato con tanto di comunicazione ufficiale dai dem provinciali come candidato sindaco “scelto dal basso” del PD per la città avezzanese; poi, però, è stato trasformato, sulla stampa, in ex per dinamiche interne al partito stesso.
“Con la presente lettera, – scrive un amareggiato Verdecchia – sono a segnalarvi “per conoscenza” quanto avviene nella città di Avezzano all’interno della sezione del Partito Democratico, e ciò nella mia qualità sia di semplice iscritto allo stesso partito e sia quella di “presunto” ex candidato sindaco per il rinnovo dell’assise civica per le prossime elezione di settembre 2020 così come indicato in più assemblee del partito stesso.
Lo spiacevole e squalificato episodio verificatosi per “mano militari” da parte del Segretario Regionale “tal” Michele Fina, ritengo debba farvi riflettere del perché il nostro partito in alcune parti geografiche della penisola non ha il rispetto dei consensi così come quelli nazionali.
Non chiedo provvedimenti nei confronti di costui, reo di non avere più del nulla, ma un’attenta riflessione da parte degli organismi superiori a riguardo delle persone che dovrebbero amministrare al meglio le dinamiche territoriali locali, visto che l’immobilismo e l’apporto causale ad oggi verso la costituzione di una lista è praticamente risultato zero porto zero.
Credetemi a me dispiace segnalare quanto avviene nella mia città, visto e considerato che la stessa è stata amministrata per 23 mesi e 10 giorni da un ex amministratore appartenente a Forza Italia e decaduto grazie alla sfiducia serbata l’08 giugno 2019 unitamente ad altri ben 13 consiglieri di cui due (2) appartenenti al nostro partito da cui siamo oramai in fuga ed ad oggi ancora commissariata dopo ben tredici mesi. L’atto di dimissioni dal partito stesso e delle cariche ricoperte, costituisce una formale protesta verso chi non ha mai avuto relazioni con il territorio e soprattutto consensi elettorali, non avendo mai avuto il coraggio di candidarsi neanche all’interno del suo condominio. Fiducioso di un Vostro cenno di riscontro, ma soprattutto di un vostro intervento, sono a porgere i miei più cordiali saluti”.