[KGVID poster=”http://www.infomedianews.it/wp-content/uploads/2016/10/PescinaFusione_thumb126.jpg” width=”640″ height=”360″]http://www.infomedianews.it/video/PescinaFusione.mp4[/KGVID] Fondere per essere più forti assieme. Fondere per essere un ‘qualcuno’ che fa leva su tanti umori diversi. La Valle del Giovenco potrebbe essere un territorio a più voci, ma a due sole braccia forti e ad una schiena diritta, grazie agli incentivi previsti dalla Legge regionale relativa al processo di fusione tra più Comuni con una popolazione inferiore ai 5 mila abitanti.
Pescina, quindi, diventa una città-vedetta per l’idea della fusione tra aree comunali e comunitarie limitrofe. Sabato scorso, in un pomeriggio di riflessione e di incontro sui destini del domani dei piccoli Enti comunali, gli interventi di consiglieri regionali, sindaci del territorio, professori universitari ed attivisti hanno diradato qualche ombra e proposto qualche cono di luce in merito all’idea di fusione amministrativa. Il dibattito è stato moderato dal giornalista Ennio Bellucci. I piccoli Comuni, quindi, potrebbero godere di un megafono più forte. E’ questa la giusta ricetta dell’efficienza governativa?
Il Consigliere regionale e presidente della Prima Commissione del Consiglio d’Abruzzo, Maurizio Di Nicola, primo firmatario della Legge abruzzese, ascoltato, afferma: «Si tratta di una legge nata da poco, più precisamente nel mese di luglio scorso. Il processo di fusione è sempre un atto volontario, infatti, non si obbliga nessuno a farlo. Sono i cittadini stessi che vengono chiamati, attraverso un referendum, ad esprimere la propria posizione in merito ad un progetto di fusione che ben li potrebbe rappresentare. Attraverso incontri come quello pescinese, di fatti, noi amministratori d’Abruzzo stiamo raccogliendo dalle varie zone dell’Italia e, più circostanziatamente dalle zone del Centro Nord – dove alcuni Comuni hanno già maturato e portato a buon fine questo progetto – le esperienze più significative e le abbiamo riportate qui in Abruzzo, con l’intento di testimoniare la buona riuscita del processo. Incontri come quello di Pescina, quindi, occorrono per fare in modo che i cittadini capiscano e comprendano che esiste anche un altro tipo di scelta, un altro tipo di via».