[KGVID poster=”http://www.infomedianews.it/wp-content/uploads/2017/02/PastoreAbruzzese_thumb80.jpg” width=”640″ height=”360″]http://www.infomedianews.it/video/PastoreAbruzzese.mp4[/KGVID] Orso bruno, lupo, montagna, mare, fortezza e gentilezza. Sì, ma l’Abruzzo non è tutto qui. I grandi avi della saggezza di un tempo perduto crebbero, infatti, ascoltando i canti delle cicale e accarezzando il dorso bianco latte di un sorvegliante speciale.
Il cane da pecora abruzzese non è solo il migliore amico dell’uomo, ma anche il migliore amico di un tipo di tradizione culturale e di un tipo di retaggio storico passato unici al mondo. Oggi, domenica 5 febbraio, a Trasacco, verrà realizzato per la prima volta in assoluto un convegno proprio per spiegare la recente Legge Regionale che incorona il cane da pecora abruzzese quale simbolo particolare e particolareggiato dell’Abruzzo.
In origine, custode delle greggi. Ed oggi? Qual è la funzione attuale del pastore abruzzese, in questa società ingoiata non poco dall’urbanismo imperante? «Il Pastore abruzzese – specifica Giacomo Di Giustino, organizzatore del Convegno – resterà sempre e per sempre il custode delle greggi. Non si può prescindere da questa sua definizione. Però, come chiunque di noi nato nei sapori della montagna, anche questo tipo di cane ha dimostrato, nelle varie epoche, di saper svolgere qualsiasi tipologia di lavoro, con applicazione e competenza. E forse meglio degli altri. Il nostro cane è così, in fondo: un guardiano incorruttibile. Messo a guardia delle pecore, messo a guardia dei bambini, messo a guardia di un appartamento, il pastore abruzzese è assolutamente utilizzabile in ogni aspetto della vita, ma unicamente, però, nella sua vera e originaria morfologia. Dietro il suo manto bianco, la storia di un carattere regionale».