[KGVID poster=”http://www.infomedianews.it/wp-content/uploads/2016/08/OvindoliGogna_thumb98.jpg” width=”640″ height=”360″]http://www.infomedianews.it/video/OvindoliGogna.mp4[/KGVID] Il Mountain Festival di quest’anno si è chiuso entro un recinto di festa e di riflessione anche, in relazione proprio agli sviluppi che l’argomento ‘montagna locale’ potrebbe avere nell’ottica di oggi, grazie all’apporto filosofico dell’alpinista e scrittore genovese Alessandro Gogna, ospite per la prima volta della cittadina di Ovindoli.
«L’intreccio sentimentale che deve esistere fra lo scalatore e la vetta di una montagna, – ha detto – è simile a quello che c’è fra moglie e marito. A volte si litiga, ovvio; a volte si sta anche per un giorno intero senza proferire verbo, ma l’amore di base è troppo forte per non essere percepito. La montagna si deve amare, anche con tutti i suoi difetti, i quali, molto spesso, derivano solamente dai nostri comportanti sbagliati». Un alpinista di fama internazionale, cresciuto a pane, montagna e ideali ambientalisti. Gogna è, nella vita di tutti i giorni, una guida alpina ed un opinion maker sulle problematiche turistico-ambientali connesse alla montagna. L’ultima sua fatica letteraria, dal titolo di ‘La pietra dei sogni’ (‘Versante Sud’ per la collana ‘I rampicanti’, 2015) è stata presentata proprio fra i rimbombi del Parco Sirente-Velino, nell’ambito del Festival ovindolese, e punterà a tinteggiare di ricordi l’esperienza unica del mito dell’arrampicata nell’Italia Meridionale, a trentatré anni di distanza dal fatto compiuto, per tentare di allargare la visuale classica dell’alpinista di oggi.