[KGVID poster=”http://www.infomedianews.it/wp-content/uploads/2016/09/CivitaInquadrandopaesaggi_thumb78.jpg” width=”640″ height=”360″]http://www.infomedianews.it/video/CivitaInquadrandopaesaggi.mp4[/KGVID] La Marsica, un tempo meta prestigiosa dei più affascinanti grand tour artistici, oggi non nega il suo passato da musa ispiratrice. ‘Inquadrando paesaggi’ è una manifestazione multianime che contempla il mondo naturale in maniera del tutto impressionistica. Questo evento d’autore, nato all’incirca sette anni fa e supportato da una macchina sinergica guidata, all’unisono, da Regione, Comune e Pro Loco, punta, infatti, a risvegliare la tattilità tipica dei pittori dell’800 e del ‘900 nei comportamenti degli abitanti di oggi (e non solo) di Civita D’Antino, luogo appartenente alla Comunità montana. Il sindaco, Sara Cicchinelli, ne tesse le lodi e le imprese in un’intervista esclusiva.
Fu il maestro pittore Kristian Zahrtmann che, durante i suoi viaggi alla scoperta di un’Italia misteriosa ed affascinante, naturalmente parlando, giunse a Civita d’Antino quasi per caso e se ne innamorò perdutamente. Stupito dalla bellezza dei luoghi circostanti, infatti, decise di mettere radici in questo luogo assai sperduto e straniero per occhi di città. Da allora, ogni anno, fino al 1911, il pittore scandinavo fu ospite della famiglia locale Cerroni e trascorse a Civita così tante ferie estive che, nel 1902, conquistò anche il riconoscimento di cittadino onorario.
Civita è sempre stata meta, quindi, di simposi artistici, soprattutto a cavaliere fra il 1800 ed il 1900. La sua struttura paesaggistica e il suo volto urbano antico, il quale si raggiunge ancora adesso solo dopo una salita tutte curve, non lasciano spazio a distrazioni o noie. Qui si viene per disegnare, per dipingere, per ridare un nome ed un cognome a Madre Natura. Anni fa, di fatti, questa stessa rassegna di Arte, Cultura e Tradizioni popolari, dal nome di ‘Inquadrando Paesaggi’, venne battezzata proprio per celebrare l’incontro poetico che avvenne tra i pittori danesi, capeggiati proprio da Kristian Zahrtmann ed il suggestivo borgo di Civita. Questo connubio tra il pennello danese, la tela scandinava ed il corpo naturale di Civita D’Antino, avvenne tra la fine dell’800 ed i primi anni del ‘900.
Non si ferma, quindi, nel 2016, l’onda lunga della pittura dal vero ed en plein air. L’impressionismo insegnò, tanto tempo fa, a non prendere le distanze dalla natura, ma a conoscerla fino al fondo terroso, per poterla, poi, un giorno riconsegnare in tutta la sua vivacità alle grinfie di una tela bianca. Oggi, invece, la pittura insegna a non prenderci troppo sul serio.