[KGVID poster=”http://www.infomedianews.it/wp-content/uploads/2017/06/06_06_17_CRAB_FASE_LIQUIDATORIA_thumb10.jpg” width=”640″ height=”360″]http://www.infomedianews.it/video/06_06_17_CRAB_FASE_LIQUIDATORIA.mp4[/KGVID] Un’insegna, quella del Crab di Avezzano, che si scorge dal racconto delle nostre immagini e che appare come logorata dal tempo e dalla speranza. Anche se, in effetti, tempo e speranza, nella realtà sempre più cruda dei fatti di oggi, vanno quasi a braccetto, incanalando, o almeno dovrebbero, forza l’uno nell’altra.
Era il 22 maggio scorso, quindi esattamente 17 giorni fa circa, quando per il Consorzio di Ricerche Applicate alla Biotecnologia si era prefigurata all’orizzonte l’uscita ufficiale dalla fase liquidatoria, che perdura da almeno tre anni a questa parte. Proprio il 22 maggio, infatti, in Comune, ad Avezzano, c’è stato un tavolo di incontro e confronto sulla questione alla presenza del sindaco della città, Gianni Di Pangrazio, dell’assessore regionale alle Politiche Agricole, Dino Pepe, del consigliere regionale Lorenzo Berardinetti e del vicepresidente della Provincia dell’Aquila, Nicola Pisegna Orlando.
In quell’occasione dalla verve istituzionale, si parlò di necessari approfondimenti tecnici che avrebbero dovuto condurre a perfezionare il tanto famoso atto di uscita da questo limbo che va avanti da anni. «Tavoli di confronto con i liquidatori ce ne sono stati tantissimi. – afferma un dipendente del Crab, Adriano Mucci alla Redazione – Questo, però, non è più il momento di confrontarsi, adesso è il momento di agire e di farlo in fretta, per il rispetto delle persone e delle famiglie. Anche perché, a mio avviso, in questo modo, sta perdendo di credibilità non solo la persona o l’assessore di per sé, ma tutto il sistema Abruzzo».
I dipendenti, dal canto loro, gridano attraverso i nostri microfoni tutta la loro amarezza: non si aspettano più nulla dall’Organo regionale. «Sono passati tre anni e la situazione – spiega Larissa De Amicis, rappresentante sindacale aziendale Cgil – è peggiorata ulteriormente. Hanno creato un baratro dal quale, adesso, non so come ne usciremo: decidessero, allora, come venirne fuori il prima possibile».