[KGVID poster=”http://www.infomedianews.it/wp-content/uploads/2017/09/14_09_17_AMMINISTRATORE20CRUA20-202_thumb34.jpg” width=”640″ height=”360″]http://www.infomedianews.it/video/14_09_17_AMMINISTRATORE%20CRUA%20-%202.mp4[/KGVID] Sembrava una soluzione a tre, la quale avrebbe inglobato, cioé, tutte e tre le prospettive degli attuali Centri di ricerca abruzzesi venuti fuori da tunnel di crisi: nello specifico il Crab, il Cotir e il Crivea. In Commissione Vigilanza, invece, qualche giorno fa, è stato prospettato uno scenario totalmente diverso, allo stato liquido quasi, ossia ancora da misurare, ma sicuramente non allo stato solido come invece si auspicava.
«Se tutti remassimo dalla stessa parte, senza restare arroccati su posizioni che spesso le corporazioni un po’ impongono, i lavoratori del Cotir, ad esempio, avrebbero la possibilità di entrare nel Centro Unico di Ricerca, e quindi si avrebbe, a quel punto, un unico ente che potrebbe essere in grado di dare effettivamente speranza anche ai dipendenti delle altre società: questo è il compito della Regione e, di certo, non lo si fa con 450 mila euro litigati tra due o tre enti diversi, ma investendo, invece, in milioni di euro», afferma Micucci, ascoltato dalla nostra Redazione.