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VIDEO. La Norda a Canistro per una delle acque più buone d’Italia, i lavoratori: «Vogliamo tornare in attività»

[KGVID poster=”http://www.infomedianews.it/wp-content/uploads/2017/03/22_03_2017_Canistro_Santa_Croce_Norda_thumb159.jpg” width=”640″ height=”360″]http://www.infomedianews.it/video/22_03_2017_Canistro_Santa_Croce_Norda.mp4[/KGVID] ‘Benvenuta Norda’. Lo striscione, a lettere cubitali, che campeggia all’esterno di Palazzo Città, a Canistro, come si evince dal video, ha un suo fascino recondito, quasi fosse una sorta di calamita di carta per il lavoro, cercata e ricercata da tempo in ogni luogo, ma nominata solo da poco. La ripartenza, la marcia quarta ingranata, il futuro, per i lavoratori dello Stabilimento Santa Croce di Canistro ha sempre avuto una meta definita, quale quella tracciata dal bando per la gestione della sorgente d’acqua minerale locale. Ma, da qualche mattina a questa parte, però, dalle ore 13 e 5 minuti in punto, ha anche un nome, quale quello del Gruppo Norda, di natali lombardi e di destini incrociati con il quotidiano l’Unità.

Due mattine fa, di fatti, è stata resa nota la graduatoria ufficiale. Si chiede, ora, da parte della popolazione canistrara, di tornare al lavoro il prima possibile, anche perché i 75 dipendenti di Canistro hanno bisogno di rimettere benzina nel cuore produttivo del territorio e di tirare, quindi, a tal punto, un lungo sospiro di sollievo, dopo una bella dissetata.

Il Gruppo Norda che cosa potrà significare per Canistro? «Intanto, – risponde il primo cittadino Di Paolo – è un nome conosciuto sul mercato nazionale delle acque, perché vanta diverse sorgenti sul territorio italiano e, quindi, una capacità imprenditoriale evidentemente diversa rispetto al precedente imprenditore. Potrà, cioè, in poche parole, dare delle opportunità diverse e delle risposte diverse al territorio. Soprattutto, magari, interagendo con l’Amministrazione comunale, per cercare, appunto, di dare un impulso diverso rispetto al passato. A noi – continua il primo cittadino – non interessano le chiacchiere, ma la semplice filosofia che si produce attorno a queste realtà. Le risposte che vanno date, devono essere assolutamente risposte opportune, intelligenti e chiare, che diano un punto esclamativo ben definito ad un territorio che in questo momento è in uno stato di enorme sofferenza, sia per sistema sociale che per tessuto occupazionale. Con Colella – aggiunge a margine dell’intervista – i rapporti non sono mai stati idilliaci. Anche se, devo dire la verità, abbiamo sempre dato, da parte nostra, l’opportunità di lavorare assieme ed in sinergia; abbiamo sempre ricevuto, però, al netto dei fatti, delle risposte negative, ma non solo noi: anche Confindustria e la stessa Regione Abruzzo non hanno mai lavorato all’unisono con lui. Un atteggiamento, quindi, di netta chiusura e contrasto, in un’ottica davvero inspiegabile. Come si fa, infatti, a chiudere in un ambito così ristretto, un prodotto così conosciuto nella Penisola? Ciò ha provocato, ovviamente, un danno immane all’immagine stessa del paese di Canistro e soprattutto a chi ci lavorava».

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