[KGVID poster=”http://www.infomedianews.it/wp-content/uploads/2017/02/22_02_17_INCHIESTA_REGIONE_DINICOLA_thumb206.jpg” width=”640″ height=”360″]http://www.infomedianews.it/video/22_02_17_INCHIESTA_REGIONE_DINICOLA.mp4[/KGVID] Indagini in corso, laddove il potere pubblico si scontra con i destini privati. Laddove il bene deve essere di tutti ed il male, un preventivato e comune mezzo gaudio.
Tutto è partito da un blitz effettuato e portato a termine dai Carabinieri, all’interno delle stanze della Giunta regionale d’Abruzzo, all’Aquila, qualche giorno fa. Un blitz che ha scoperchiato, via via, si fa per dire, più filoni d’inchiesta e d’indagine, portati avanti dalla Procura della Repubblica di L’Aquila e relativi ad alcuni appalti dubbi, promossi dalla Regione. La prima vicenda riguarda un fondaco di Penne, su cui D’Alfonso stesso, presidente della Giunta, avrebbe sollecitato il superamento di un vincolo per consentire al Comune l’alienazione. Il secondo filone riguarda alcune attività amministrative iniziate su lavori di risanamento ambientale e igienico di alcune case popolari a Pescara. Come terzo nocciolo, figura la questione del Parco Didattico del Lavinio, per il quale è in corso un’attività di estimazione e progettazione tra Provincia, Comuni e Regione.
«Sono convinto – afferma Maurizio Di Nicola, consigliere regionale, a seguito della notizia appresa – che, anche grazie all’atteggiamento positivo del presidente D’Alfonso, che vuole fornire tutte le giustificazioni o, comunque, tutta la collaborazione possibile del caso, si possa arrivare a determinare la verità in tempi celeri, in modo da poter restituire all’opinione pubblica e ai cittadini l’idea che non ci sia alcuna malefatta in Regione, e che l’Abruzzo viene amministrato in maniera sana. I cittadini, cioè, – afferma ancora – devono possedere la tranquillità di avere, sugli scranni regionali, degli amministratori onesti dal punto di vista operativo. Solo in un secondo momento, infatti, – continua – possono avvenire i giudizi di politica, relativi, cioè, a quanto bene o a quanto male vengono fatte le cose politiche, ma questi ultimi non c’entrano nulla con le indagini penali, le quali, invece, dovrebbero essere ‘accompagnate’ da tutti noi affinché si chiariscano sempre, in ogni caso ed in ogni luogo, i comportamenti dei singoli».
L’ultimo episodio delle varie vicende giudiziarie innescate, riguarda la delibera del 3 giugno scorso, atta a riqualificare strategicamente il Parco di Villa delle Rose di Lanciano e per la quale, la copertura finanziaria deve essere rintracciata. E proprio nel mezzo di quest’ultima parentesi, aperta ed ancora non richiusa, d’inchiesta, sarebbero coinvolti anche tre assessori della Giunta d’Abruzzo, quali Marinella Sclocco, Dino Pepe e Silvio Paolucci. Maurizio Di Nicola, consigliere regionale e presidente della Commissione Bilancio, traccia, quindi, il profilo di una situazione che pone, comunque, il seme della preoccupazione tra le trame politiche del Consiglio regionale.
«Proprio questa mattina, – aggiunge – è stata, infatti, lanciata la notizia che vedrebbe coinvolti nelle indagini, in qualche modo, anche tre assessori regionali per una delibera di Giunta. Probabilmente, c’è, ad oggi, un poco di brutalità nell’informazione per un atto che, in fondo, non è ancora stato comunicato agli assessori stessi, almeno stando a ciò che mi hanno detto loro fino a poco tempo fa. Inoltre, esiste una genericità di fondo rispetto a quella che sarebbe stata la loro condotta da censurarsi, poiché, se comprendo bene l’addebito, si tratterebbe sostanzialmente ed esclusivamente di un’occasione in cui la Giunta si sarebbe riunita non nella pienezza dei suoi componenti, mentre, in realtà, in base a documenti tangibili, figurerebbe che era riunita proprio nella sua pienezza, o quasi. Tra l’altro, questo è un fatto facilmente accertabile».