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VIDEO. L’Italia al cospetto di Ovidio, poeta latino dell’audacia: Mattarella a Sulmona ha parlato di Abruzzo all’Abruzzo

[KGVID poster=”http://www.infomedianews.it/wp-content/uploads/2017/04/06_04_17_OVIDIO_SULMONA_MATTARELLA_thumb54.jpg” width=”640″ height=”360″]http://www.infomedianews.it/video/06_04_17_OVIDIO_SULMONA_MATTARELLA.mp4[/KGVID] Un nome può unire un territorio. Forse sì, se, in fondo, si innesca, nello stratagemma mentale di ognuno, la determinazione che più cultura significa maggiore personalità ed identità. Ovidio ha scritto di amore, di pace, di ribellione, di dei come uomini e di audacia: più di tutti, infatti, il suo nome, a questo punto, può racchiudere, quest’anno, il senso di un Abruzzo che ha bisogno di una seconda primavera per ripartire.

Oggi giornata vissuta a metà, per la Regione dal cuore grande e mite: da un lato, andavano in scena le celebrazioni di ricordo per le 309 vittime del tremendo terremoto del 6 aprile del 2009; dall’altro lato, hanno brillato, assieme, Sulmona e la sua storia: un fotoromanzo di destini che insegna e che vuole insegnare, anche in gemellaggio con l’Estero. Forse sì, quindi: un nome può riunire un territorio vasto come la Regione Abruzzo. E lo ha testimoniato, oggi, ogni suo rappresentante, chiamato al cospetto della statua che si erge, quasi come fosse un fascio di luce, in Piazza XX Settembre. E, alla sua ombra, all’ombra di Ovidio, c’è stato anche Sergio Mattarella, Capo dello Stato italiano, che ha portato, oggi, nella città sulmontina, i suoi omaggi e le sue parole dense.

«La città di Sulmona – ha dichiarato D’Alfonso, Governatore della Regione Abruzzo – è una terra di giganti: ha dato i natali a Capograssi, ad esempio. E non è escluso che lo stesso studio di Capograssi, che è un grande cultore dei limiti, non sia la conseguenza stretta della nascita e della vita di Ovidio che, invece, è uno che amava oltrepassare i limiti, attraverso quella sua maniera di osare in continuazione. A Sulmona, è vissuto, per un lungo pezzo della sua vita, anche Celestino V, con la sua rivoluzione mite, attraverso l’istituto della rinuncia. Io penso, a questo punto, che Sulmona si possa candidare davvero al prossimo appuntamento con la storia, ed ambire ad essere eletta come capitale della cultura, di sicuro italiana, e poi si vedrà di andare oltre. Quando Pierluigi Sacco, ordinario di Economia della cultura a Venezia, ci insegna a trarre energia dalla cultura, economia dalla cultura e forza dalla cultura, in fondo, ci insegna a fare questo: buona vita a Sulmona!».

 

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