[KGVID poster=”http://www.infomedianews.it/wp-content/uploads/2017/02/20_2_17_TorderaNeurochirurgiaDiPangrazio_thumb131.jpg” width=”640″ height=”360″]http://www.infomedianews.it/video/20_2_17_TorderaNeurochirurgiaDiPangrazio.mp4[/KGVID] Sulla questione di Neurochirurgia, ad Avezzano, si procede. E’ questa la patata bollente di adesso, della Sanità dell’emergenza-urgenza attuale. Tra mobilitazioni, proteste di piazza, dubbi, perplessità e richieste, su un terreno, quindi, assolutamente lastricato di punti di domanda, uno scoglio fermo è stato raggiunto nella mattinata di oggi, grazie ad un incontro di dialogo tra sindaco e manager della Asl 1. Sulla situazione, di fatti, fino ad ora, si è detto prima il tutto e poi il contrario del tutto. Il giorno precedente a San Valentino, una marcia politica è arrivata sino alla direzione aquilana della Asl, guidata dal Consigliere regionale di Forza Italia Iampieri per avere delucidazioni. Negli interni del Comune di Avezzano, invece, oggi, il sindaco ha ricevuto il vertice dell’Azienda Sanitaria Locale per L’Aquila, Avezzano e Sulmona, chiedendo punti di arrivo concreti e mete ferme di sviluppo. La reperibilità H24, sia feriale che festiva, è già un passo in avanti, al posto del niente. La riapertura dell’attività diverrà, però, palpabile non appena si riassumeranno i due neurochirurghi che, purtroppo, ancora mancano.
Il servizio di Neurochirurgia, quindi, secondo quanto avanzato dal direttore generale Tordera, riprenderà a breve: è solo questione di qualche settimana. «In questa situazione, il buonsenso deve sempre prevalere. Ho veramente apprezzato il comportamento del sindaco – afferma alla Redazione – perché immagino che non sia semplice, per un primo cittadino, non dare ascolto alle giuste rappresentanze dei cittadini del suo territorio di appartenenza, laddove si può anche solo immaginare che un servizio venga meno. E’ stato un periodo storico questo, quello vissuto negli ultimi sei mesi. In questo lasso di tempo, in effetti, si sono concentrate tutte le situazioni negative e, soprattutto, non siamo mai riusciti a ricostituire il numero minimo di neurochirurghi affinché si potesse assicurare il servizio anche a L’Aquila. Ci tengo, però, a ribadire che la sicurezza non è mai venuta meno».