[KGVID poster=”http://www.infomedianews.it/wp-content/uploads/2016/09/PescasseroliEW_thumb29.jpg” width=”640″ height=”360″]http:www.infomedianews.it/video/PescasseroliEW.mp4[/KGVID] Scoprire di più su noi stessi, significa, a volte, interrogarsi anche sul luogo in cui stiamo vivendo da una vita intera e che, per una stessa vita intera, non abbiamo forse mai vissuto al pieno delle sue energie. Una doppia V per sintetizzare il concetto che non solo Pescasseroli è viva, ma anche che il miracolo della terra è un’evviva!. Il binomio territorio-umanità pare risvegliarsi, oggi, all’ombra delle prime prove di una coltivazione di zafferano novello.
In località Prato dell’Orto, nel Comune marsicano di Pescasseroli, l’Associazione culturale ‘Pescasseroli è W’ ha messo sotto scacco, qualche tempo fa, le banalità con il progetto collettivo dell’orto della corte, rivolto, per ora, a più di 30 agricoltori del luogo, ma non solo, che si sono improvvisati contadini per passione o per gioco. Più di un ettaro e mezzo di terreno semiabbandonato è stato affidato dal Comune di Pescasseroli, tramite il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, ai membri di questa giovane realtà di rianimatori dell’ambiente.
L’Associazione, dal canto suo, ha anche acceso i motori di un sito internet colorato e pluralista, in cui, i membri, ma anche i cittadini attivi possono gettare come ami o come carni sul fuoco, le loro opinioni su come è e come può crescere il paese in questione. Anche la pagina Facebook dell’Associazione (Pescasseroli è W), risulta essere costantemente aggiornata sugli eventi della cittadella urbana e naturale del Parco. «Un sito plurivocale – ci tengono a precisare i membri dell’Associazione – nel quale potrebbe scrivere chiunque abbia un interesse a comunicare le sue opinioni e, quindi, il suo personale punto di vista relativo al proprio sentire».
«Altri progetti che bollono in pentola, per quanto concerne questa grande famiglia dell’Orto della Corte – spiega Diego Cutini, uno dei portavoce del gruppo – riguardano, in prinmo luogo, la costruzione di una serra per alcune piante autoctone che saranno, poi, utilizzate per come arredi urbani e, in secondo luogo, la fase d’irrigamento del terreno. Inoltre, un altro progetto che ora risulta essere ora in cantiere, ancora più importante degli altri e lavorato e cucito in stretto parternariato con il Parco Nazionale d’Abruzzo, riguarda la creazione di zolle di terreno specifiche, in cui coltivare le nostre carte d’identià locali, quali, ad esempio, le specie antiche dei cereali, come la Solina, oppure gli orapi, una sorta di ortaggi locali». Gli agricoltori del progetto, coloro, cioè, che hanno aderito a questa straordinaria iniziativa del luogo, sono tutti sognatori in grande che, oltre alle più classiche delle colture, come può essere il sedano, ad esempio, si spingono a coltivare anche sogni coraggiosi, come lo zafferano. Sono stati impiantati, infatti, lo scorso anno, quasi 300 bulbi, in base ad alcuni esperimenti condotti. «Ne sono venuti fuori bene – ci dicono – solo una 70ina. Vediamo se anche per quest’anno, l’arcobaleno del coraggio di tentare sarà un nostro alleato».