[KGVID poster=”http://www.infomedianews.it/wp-content/uploads/2017/06/16_06_17_SCIOPERO_POSTE_thumb115.jpg” width=”640″ height=”360″]http://www.infomedianews.it/video/16_06_17_SCIOPERO_POSTE.mp4[/KGVID] Mare estivo agitato, in Abruzzo, relativamente alle care e vecchie figure dei portalettere, cartoline umanizzate sempiterne, intrise anche di un senso letterario, artistico e cinematografico. I lavoratori di Poste Italiane, oggi, però, nella modernità della vita, hanno deciso di incrociare le braccia proprio il giorno 10 giugno scorso. Lo sciopero si protrarrà sino almeno al 7 di luglio. Un silenzio lavorativo assordante, questo, in realtà, destinato a strappar via delle promesse consistenti ai piani alti dell’azienda, che ha mutato di molto il panorama del funzionamento tradizionale di Poste Italiane, soprattutto nella zona marsicana.
E’ stata già avanzata la proposta di allestire un tavolo di trattativa con l’azienda? «Noi dalla nostra parte abbiamo questa situazione: a livello nazionale, – specifica Antonio Giannattasio, segretario generale interregionale Abruzzo e Molise del Slp – da qualche mese, è cambiato l’amministratore delegato. L’aspetto importante, però, che mi preme sottolineare è che che proprio queste vertenze a livello locale sono state tenute in considerazione ai piani alti, tanto che il giorno 4 luglio prossimo, ci sarà un incontro specifico a Roma per tutte le vertenze territoriali che ci sono in Poste Italiane. Dal giorno 5 luglio, inoltre, quindi, all’alba del giorno dopo il tavolo di discussione, si parlerà anche del nuovo contratto di lavoro. Noi speriamo di arrivare anche prima dell’8 luglio per una soluzione: se riusciremo a dimostrare, attraverso lo sciopero, che veramente Poste Italiane ha carenza di organico e riusciremo a far emergere che questo lavoro in più che si fa e che non risulta in nessun tipo di conto economico, è necessario, solo allora avremo la speranza in tasca di poter dare una risposta fattiva ai lavoratori».
Allo sciopero hanno aderito soprattutto i dipendenti part-time e coloro che vengono chiamati a ribaltare il loro turno dalla mattina al pomeriggio, cambiando ufficio.