[KGVID poster=”http://www.infomedianews.it/wp-content/uploads/2016/12/CanistroSopralluogoRegione_thumb151.jpg” width=”640″ height=”360″]http://www.infomedianews.it/video/CanistroSopralluogoRegione.mp4[/KGVID]LaRegionedinuovo in visita laddove, da qualche tempo a questa parte, la preziosità naturale dell’acqua sta metteendo in ginocchio lavoratori, famiglie e la colonna vertebrale di un territorio intero. Si tratta dell’acqua Santa Croce, un tempo viatico e velivolo di successo per la Marsica.
Oggi la crisi nera dello stabilimento si è fatta sentire in mille modi diversi e sotto mille forme diverse. Altri Tir si sono intravisti, a partire da ieri sera, entrare ed uscire dalla fabbrica dell’acqua di Canistro. I lavoratori non mollano il presidio e tengono sotto controllo ogni mossa che l’azienda – e Colella, dal canto suo – decide di effettuare. Stamattina, è stato necessario anche l’arrivo, sul posto, dei Carabinieri della Compagnia di Tagliacozzo. Uno degli autocarri nascondeva, al suo interno, bottiglie di vetro ricolme di acqua. Sempre nella giornata di oggi, è stato effettuato anche un sopralluogo da parte della Regione Abruzzo, nella persona della sua dirigente, la dottoressa Iris Flacco. Nel verbale che è stato redatto a seguito del sopralluogo, spicca un dato su tutti e lo rende noto la stessa dirigente: «Nella sorgente del Fiuggino, entra l’acqua della Sant’Antonio-Sponga».
La dirigente regionale Iris Flacco, raggiunta telefonicamente dalla Redazione di InfoMedia News, ha dichiarato che, sul sopralluogo di stamani, è stato stilato un verbale. «Abbiamo – ha detto – valutato lo stato e la consistenza della concessione del Fiuggino, laddove, e lo abbiamo verificato sul posto, non sono allocate le strutture previste dalla norma e per la quale ho già avviato la procedura del decadimento. Si è trattato, quindi, – ha specificato – di un sopralluogo che ha avuto il mero obiettivo di verificare lo stato attuale delle cose. Non ci sono gli impianti previsti dalla norma, quindi tutto quel che comprende misuratori, rilevatori della pioggia, dell’umidità e della portata e non c’è nemmeno un impianto di lavorazione, di imbottigliamento. Ho, quindi, avviato la procedura di decadimento». Per procedere, però, si attende ancora un’integrazione, ossia una perizia giurata che dica come è e come non è l’andamento di tutti i tubi e di tutte le affluenze di questa concessione, la quale “non è mai stata utilizzata – ha avvertito ancora la dirigente – sin dall’ultimo rinnovo, risalente all’anno 2007».
Alla domanda riguardante se l’atto del presidiare costantemente lo stabilimento possa portare i lavoratori ad un destino più certo, loro hanno risposto così: «Noi crediamo proprio di sì. Senza creare troppo caos, noi continueremo a presidiare la zona. Siamo fiduciosi in merito all’apertura delle buste , in attesa che venga un imprenditore serio, degno di questo nome e di questa azienda», ha testimoniato Enrico Di Giuseppe, RSU UIL.
«La Santa Croce non deve assolutamente morire – afferma Enza Cesareo, lavoratrice – noi auspichiamo che davvero arrivi un imprenditore che porti un piano industriale ambizioso e che rilanci il marchio della Santa Croce. Altrimenti, noi non abbiamo futuro».