[KGVID poster=”http://www.infomedianews.it/wp-content/uploads/2017/02/MaxiEmergenza_thumb16.jpg” width=”640″ height=”360″]http://www.infomedianews.it/video/MaxiEmergenza.mp4[/KGVID] All’alba del 10 febbraio scorso, il colore nel cielo era già striato di quel famoso rosso carminio, che è capace di ricordare un solo concetto sopra tutti, mai stonato e sempre intonato alla vita vera da vivere, quello della Croce Rossa Italiana. Una maxi simulazione d’emergenza si è tenuta, infatti, ad Avezzano, presso il noto interporto locale, polo logistico gestito dalla mega famiglia di CRI. 100 operatori affiliati alla rete di emergenza-urgenza sono stati impiegati in una vera e propria operazione di addestramento, tesa ad affrontare il cataclisma e l’imprevisto.
Una formazione personale e professionale, questa, dal grande carattere fortificante, che ha fatto sì che il rischio fosse considerato come un inciampo calcolato sulla lunga tabella di marcia della crisi da arginare.
Ad oggi, che tipo di rapporto esiste fra la Asl 1 e la Croce Rossa Italiana? Si tratta di un rapporto simbiotico? «E’ un rapporto assolutamente naturale – esprime il vertice dirigenziale dell’Azienda sanitaria locale, Rinaldo Tordera, che ha preso parte all’organizzazione dell’evento costruttivo – che dovrebbe essere, a mio avviso, però, massimamente regolarizzato. La Croce Rossa, infatti, assieme alla Protezione Civile e al volontariato in generale lavora assieme e a stretto contatto con la Asl. Uno degli obiettivi di fondo di questa giornata di estrema rilevanza anche sociale, infatti, è stato quello di fare in modo che gli aspetti volontaristici attuali vengano sempre più spesso disciplinati formalmente, poiché quando avvengono questi eventi calamitosi e catastrofici, tutta la struttura della salute sia pronta a ‘combattere’ all’unisono. Dobbiamo far sì tutto il sistema venga messo in moto attivamente ed in maniera automatica, in modo che sia il più efficiente possibile».