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Vigili del Fuoco Avezzano, va in pensione il Capo Reparto Luigi Martone

Il suo è stato un percorso costellato di piccole e grandi emergenze, locali e nazionali. Il capo reparto si congeda dal servizio per il meritato collocamento a riposo. A lui, gli auguri per questo nuovo inizio da parte della Redazione di InfoMediaNews, da sempre vicina ai Vigili del Fuoco per il loro splendido e prezioso operato sul territorio.

I Vigili del fuoco di Avezzano salutano il Capo Reparto Luigi Martone che raggiunge il traguardo della pensione.

Il 30 aprile, il personale in servizio e quello in quiescenza del distaccamento dei Vigili del Fuoco di Avezzano, ha salutato il Capo Reparto Esperto Luigi Martone che si congeda dal servizio per il meritato collocamento a riposo.

All’incontro, semplice ma sentito, hanno partecipato anche familiari e amici, esprimendo sentimenti di affetto e gratitudine sincera al Vigile del fuoco, all’uomo, al padre e all’amico, la cui principale qualità è stata quella donare generosamente la propria disponibilità a sostenere chi ne avesse bisogno, senza se e senza ma.

Assunto nel 1990, Luigi ha prestato servizio nei comandi di Milano, Caserta e Frosinone per poi rientrare nella nostra provincia dove termina il suo percorso professionale.

Percorso costellato di piccole e grandi emergenze, locali e nazionali, a cui ha partecipato senza risparmio, dai numerosi interventi svolti nell’ordinario, alle grandi emergenze e calamità.

Presente, sempre, in occasione di alluvioni, terremoti, incendi che per ogni Vigile del fuoco rappresentano normalità, “un giorno senza rischio e non vissuto” “nel terrore dei crolli, nel furore delle acque, nell’inferno dei roghi” recita la preghiera a Santa Barbara Patrona: versi che rendono ben chiara l’idea di quanto quello del Vigile del fuoco non sia solo un lavoro, un mestiere, una professione ma una missione, di cui il Capo Reparto Luigi Martone è stato interprete ed esempio positivo per chi ha condiviso la sua strada.

Quello che universalmente gli si riconosce è lo spessore umano che lo ha connotato in questo lungo cammino. Ponendosi come amico, prima ancora che collega mettendo a fattor comune le doti di altruismo di cui ha sempre dato prova tangibile.

Doti non comuni offerte con generosità e altruismo nella normalità dei momenti di quiete condivisi in caserma, nelle attività quotidiane, nel saper creare quel rapporto fondato sulla reciproca fiducia, nel saper leggere oltre le apparenze, nel capire le necessità piccole e grandi di chi gli è stato vicino.

Qualità che trasformano in un faro di riferimento colui che le mette in atto e che caratterizzano l’uomo, l’amico e il collega che è stato un esempio virtuoso per ciascuno.

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