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Vini da top ten: a Cese di Preturo, un vino di montagna olimpionico da medaglia d’argento

Tra un ottimo Tramier ed il mare, c’è di mezzo non solo il dire, ma anche il fare.

Quando decisero di dar vita alla loro azienda vinicola, sotto il cocente sole dell’incertezza e del rischio più puro, ben 6 anni fa, Manuela Castellani e suo marito, Paolo Simoni non avrebbero mai pensato di unire il dolce affetto dell’utile ad una passione tenuta nascosta per tanto tempo, ago pungente del rischio del successo. Ecco che, il 12 novembre prossimo, nel capoluogo lombardo, questi due ‘chef’ del vino di Montagna, prodotto a Cese Di Preturo (L’Aquila) riceveranno un encomio per la loro qualità viticola. L’azienda aquilana ‘Castelsimoni’ (da notare la genesi del nome, proveniente dall’abbinamento dei due cognomi della coppia) si vedrà, quindi, consegnare la medaglia d’argento per il suo vino ‘Altair’, ricevuta al concorso ‘Mondial des Vins Extrêmes’.

 

Manuela Castellani, aquilana intra moenia e Paolo Simoni, bolognese di origine, diedero, infatti, tempo fa, un senso ed una nuova vita ad un terreno rimasto incolto per lungo tempo, costruendo sulle fondamenta del nulla la prima cantina produttrice di vini nel territorio del Comune dell’Aquila, nata, quindi, da un taglio netto con il passato. Ora, assieme, brindano ad un successo conquistato dopo molta fatica racimolata. «Essere entrati nel registro delle eccellenze italiane – specifica una orgogliosa Manuela Castellani alla Redazione di Infomedianews.it – attraverso la vincita della medaglia d’argento con il nostro Traminer aromatico (ALTAIR) al concorso internazionale dei vini di montagna, è un sogno da cui speriamo di non svegliarci più», afferma. Il concorso si è svolto nei giorni 14, 15 e 16 luglio scorsi a Sarre, in Val D’Aosta, ed ha raccolto, entro i suoi recinti competitivi, ben 10 vini diversi, provenienti dai più qualitativi panorami vinicoli italiani e stranieri. Il concorso di caratura internazionale ha acceso, nei due abruzzesi dell’anima, la miccia dell’incredulità. Il loro vino,di fatti, un Traminer aromatico, ossia un classico gusto proveniente da un vitigno coltivato soprattutto in Trentino-Alto Adige ed in Friuli-Venezia Giulia, ha avuto un successo enorme, guadagnando il secondo posto nella competizione fra calici. L’azienda ‘CastelSimoni’ detiene, a Cese di Preturo, una sorta di piccola ‘isola della biodiversità viticola’, la quale è sacrosanta per il concorso internazionale in questione, che mira, nella sua esistenza tecnica ed umana, a non lasciar morire, per colpa degli elevati costi di produzione, queste perle rare del vino fatto con amore.

 

10565147_10202387377280409_3408297486740199609_nNella tre giorni dedicata al vino di alta montagna, infatti, 30 tecnici degustatori hanno premiato 244 vini su 738. Felicità a iosa, quindi, ma non è mancata anche una nota di biasimo da parte di due produttori che hanno creduto fino in fondo nella loro favola color bianco aromatico. «È’ difficile – afferma Manuela – esprimere, adesso, l’emozione di veder partire i nostri vini verso altri mercati esteri, verso altri palati ed altri tempi della buona cultura e coltura del vino. Le emozioni e le soddisfazioni hanno palpiti e non parole. Noi siamo cresciuti nella consapevolezza di fare ottimi vini: sani e di qualità. La lotta che dobbiamo affrontare e sorbire ogni giorno, infatti, non è tanto contro la crisi economica, ma, contro la brutta abitudine di approfittare della nostra disponibilità circa la consegna della nostra merce senza pretenderne, poi, il pagamento allo scarico». La vigna dei due sognatori, di fatti, sacrificio dopo sacrificio, è venuta su nel 2010, in montagna, a 800 metri sul livello del mare, donando ai due la sorpresa della sopravvivenza resistente anche a all’Aquila. Il clima pungente del capoluogo d’Abruzzo ha portato, infatti, alla nascita di vini come i blanc de morgez della Valle D’Aosta o gli stupendi aromatici dell’Alto Adige.

 

«Spazio per l’enogastronomia – continua Manuela – ce n’è tanto, in Italia, anche se il mercato è pieno di falsi prodotti di qualità. Tempo meteorologico permettendo, la prossima avventura che metterà piede nella nostra cantina, sarà quella della nascita del Sauvignon Blanca. I progetti futuri, invece, riguarderanno la partecipazione a manifestazioni specifiche per la viticoltura eroica, ma soprattutto la testa e la schiena diritte, ossia il non piegarsi mai di fronte a leggi misere di mercato, mantenendo sempre alta la qualità del nostro vino, che è il risultato di un duro e longevo lavoro». Il ‘Mondial des Vins Extrêmes’ è un mondiale di vini organizzato dal Cervim (Centro di Ricerca, Studi e Valorizzazione per la Viticoltura di Montagna), in collaborazione con l’OIV, ossia l’Organisation Internationale de la Vigne et du Vin e con il Ministero alle Politiche agricole, alimentari e forestali. Il concorso, giunto alla sua 24edizione, si propone di selezionare e visionare i migliori vini nati da una pratica della viticoltura estrema. Lo scopo della sua fondazione si rintraccia proprio nell’atto di ‘promuovere e salvaguardare le produzioni di piccole aree vitivinicole, che si caratterizzano per storia, tradizione, unicità e grande valore ambientale e paesaggistico’, si legge nel sito che lo testimonia (http://www.cervim.org/concorso-enologico-internazionale-vini-estremi.aspx). Il Concorso, nel corso delle 23 edizioni passate, ha visto crescere l’interesse da parte delle aziende del settore. Ad oggi, la media dei vini iscritti ha superato i 600 partecipanti, provenienti da una decina di Paesi stranieri, fra cui anche l’Armenia, il Kazakhstan e la Turchia. Quando si crede che un’idea è quella giusta, la lotta per farla primeggiare sulle altre, potrebbe portare anche a scontrarsi con muri di ghiaccio e con passerelle di fuoco. Ma se è davvero quella giusta, pensarla anche solamente per un secondo, significa rendere la mente un’isola felice.

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