“Da tempo avevo denunciato che il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida, aveva stanziato per tutta l’Italia, solo un milione di euro per i danno da peronospora. Un milione per l’intera viticoltura nazionale quando solo in Abruzzo i danni ammontano ad oltre 300 milioni di euro. A quella denuncia seguì il silenzio anche degli operatori, oltre quello assordante della Regione, ma puntualmente i nodi sono arrivati al pettine”.
Così in una nota l’ex deputato di Italia Viva Camillo D’Alessandro, coordinatore regionale di IV in Abruzzo.
“Chi pensa alla soluzione banche per finanziamenti ponte o è in malafede o non si rende proprio conto del meccanismo del funzionamento in viticoltura. Per essere chiari la stragrande maggioranza degli agricoltori tornerà a vedere un euro a dicembre del 2025, quale acconto della campagna vitivinicola 2024. Pensare che in questa situazione gli agricoltori debbano anche indebitarsi è una follia”.
“Serve una soluzione modello Covid: di fronte a danni riscontrati e certificati, esattamente come nella pandemia, si stabilisce una quota di ristoro sul mancato fatturato (30-40%), che consente almeno di fare fronte alle spese sostenute per i prodotti fitosanitari e ripartire nelle lavorazioni. Poi chi vuole può anche accedere ad un finanziamento bancario, che deve essere garantito dallo Stato, ma non certo può essere l’indebitamento l’unica soluzione”.
“Sosteniamo la battaglia di domani del mondo vitivinicolo in Consiglio regionale. Da piccolo imprenditore mi trovo in Svizzera provando a promuovere il nostro vino. La domanda che ci rivolgono è la stessa : avete il prodotto? E scatta anche la speculazione al contrario sui prezzi, a bassi quantitativi non corrisponde sempre aumento dei prezzi, ma stiamo assistendo esattamente al contrario”, conclude.