Scende a 1.851 milioni di ettolitri la produzione vitivinicola abruzzese, in calo del 40% rispetto ai 3.085 milioni dello scorso anno; la qualità del vino del 2023 è giudicata “media-buona”.
È quanto emerge dalle previsioni dell’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini (Uiv), presentate oggi al Masaf.
Quella del 2023, rileva l’osservatorio, potrebbe rivelarsi la vendemmia più leggera degli ultimi anni, ancora una volta caratterizzata dagli effetti ormai cronici dei mutamenti climatici che, con i relativi decorsi meteorologici incerti e spesso estremi, hanno determinato importanti differenze quantitative in tutto il Paese.
In Abruzzo, viene sottolineato nello studio, dopo un inverno mite, con precipitazioni al di sotto della media, la stagione è stata caratterizzata da piogge abbondanti e continue da aprile a giugno.
In pratica, due terzi delle giornate primaverili, sono state interessate da bagnatura della vegetazione e da un’umidità, sia relativa che assoluta, altissima. Fino alla fine di giugno, le temperature sono state al di sotto delle medie stagionali, con forti escursioni termiche giornaliere, poi a luglio si sono innalzate drasticamente, toccando spesso i 38-39 gradi, mentre nelle prime due settimane di agosto le temperature c’è stato un nuovo calo termico.
Le avverse condizioni meteo, dal germogliamento all’allegagione, hanno causato una pressione patologica molto alta, da parte della Peronospora – malattia fungina determinata dalle frequenti piogge – che ha ridotto la produzione, in modo particolare delle varietà di terza e quarta epoca di maturazione. Il Montepulciano è certamente il vitigno che ha subito la maggiore perdita di produzione per opera del fungo mentre per i vitigni a bacca bianca le perdite sono più contenute. Tale situazione di forte criticità produttiva non è comunque omogenea su tutto il territorio regionale.
La qualità delle uve scampate alle diverse avversità è buona, soprattutto nel quadro acidico, che risulta essere particolarmente equilibrato. Inoltre, il rapporto vantaggioso tra vegetazione e produzione ha permesso ai grappoli di crescere senza stress con una previsione di resa in mosto elevata.