È iniziata da poco la stagione di alpeggio e nell’Alta Valle del Volturno, versante molisano del Parco, si è presentata con alcune criticità legata alla presenza dell’epidemia di TBC che ha costretto decine di allevatori nei Comuni di Montenero Valcocchiara e Pizzone a restare in stalla, in forza del provvedimento emanata dall’ASREM di Isernia. Nei giorni scorsi però, c’è stato un allevatore che ha deciso di muoversi in totale disprezzo alle regole portando il proprio bestiame in località per le quali non aveva alcuna concessione e, soprattutto, violando il provvedimento restrittivo, mettendo dunque in pericolo gli altri allevatori.
Nei giorni a partire dal 4 giugno diversi cittadini e allevatori locali hanno segnalato una mandria di bovini, che alla verifica svolta dai Guardiaparco sono risultati essere della Ditta Giannini Anna, dapprima in località Fonte Marchese di Castel San Vincenzo, dove non ci sono vincoli sanitari, e successivamente in località Prati di Mezzo del Comune di Pizzone, dove il pascolo è totalmente vietato.
L’episodio, gravissimo di per sé, acquisisce un aspetto ancora più eclatante perché il responsabile ultimo di quanto accaduto è il sig. Guglielmo Lauro, rappresentante di una associazione di allevatori che da mesi si batte contro il Piano del Parco, oltre che sull’istituzione del Parco nazionale del Matese. Appare davvero incredibile che un “paladino” del rispetto dei diritti degli allevatori, almeno sulla carta, si sia reso responsabile di violazioni gravissime avendo portato i suoi bovini prima in una zona completamente diversa da quella che il Comune di Castel San Vincenzo gli ha concesso e, successivamente, consentendo agli stessi di sconfinare in un’area interdetta al pascolo da provvedimenti del Servizio Veterinario regionale a causa della totale mancanza di governo del bestiame, come più volte peraltro era stato accertato anche negli anni passati.
Il tutto mentre gli allevatori di Pizzone e Montenero Valcocchiara stanno combattendo contro l’epidemia di TBC che costringe tutto il bestiame in stalla.
Il Parco sta operando insieme a Carabinieri Forestali del Parco ed al NIPAF di Isernia per riferire i fatti alla Procura di Isernia, ma nel frattempo ha rappresentato il tutto ai Comuni di Castel San Vincenzo e Pizzone e all’ASREM di Isernia, chiedendo l’adozione dei provvedimenti amministrativi restrittivi di competenza.
Comunicato stampa