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Zes in Abruzzo, Floris: “Avezzano si deve organizzare velocemente”

Le riflessioni dell'esponente di FD'I: "La Zes abruzzese deve agevolare potenziali investitori per le aree interne, ma attenzione: non è la panacea per tutti i mali".

Fd’I verso il nome di Floris

“La cosiddetta “fase 2” sarà caratterizzata da una graduale modifica degli stili di vita dei cittadini e dell’organizzazione delle Città.
È necessario che anche le priorità del confronto politico siano maggiormente in sintonia con la serietà del momento e rivolte a progetti concreti, fattibili, inseriti nell’esigenza di garantire non solo sacrosanta tutela per chi scivola verso il basso ma nuove possibilità di sviluppo”. A pronunciare queste parole, attraverso una nota stampa, è Armando Floris, esponente di Fratelli D’Italia e responsabile della sede di Avezzano dell’Università Telematica Pegaso.

Alcune città si stanno già organizzando: Avezzano deve farlo velocemente e avere chiaro il percorso da realizzare fin dal primo giorno di insediamento della nuova amministrazione.
Deve altresì cancellare la sgradevole sensazione che il tempo dedicato al dibattito sulle questioni sia inversamente proporzionale alla loro importanza nella vita delle persone. Tra gli argomenti centrali rientra indubbiamente il tema ZES. Oggi sono tutti d’accordo sul fatto che, per le bistrattate aree interne, l’istituzione e la piena operatività delle Zone Economiche Speciali (ZES) sia occasione straordinaria per rendere il territorio attrattivo per nuove imprese”, scrive.

“Tre anni fa la proposta di realizzare una ZES interna che comprendesse i territori della Marsica e di Pratola Peligna sembrò una provocazione. Quella proposta fu invece lungimirante, nel segno del superamento di antichi squilibri tra le aree costiere e quelle interne, fu raccolta dai sindaci, accettata dalla Regione e rilanciata con convinzione dal Programma di mandato di Marco Marsilio. Ora siamo all’ora della verità: la ZES abruzzese potrà presentarsi ai potenziali investitori che potranno essere agevolati nella loro decisione ad insediarsi nella provincia interna. Siamo dunque alle ultime battute ed ora la ZES dovrebbe essere realtà. In ottica di infrastrutturazione strategica, alla questione ZES è strettamente correlato il tema della promozione della trasversalità tirreno-adriatica. Un argomento sul quale i rappresentanti politici ed istituzionali delle aree interne, a partire dai sindaci, devono muoversi all’unisono. Si tratta di scegliere davvero: essere periferia dell’Abruzzo oppure sviluppare un ruolo innovativo e centrale. Sta alla politica decidere. Sta alla politica esercitare un ruolo proattivo nei confronti di Governo e UE per creare nuove prospettive di crescita”, continua Floris.

“E qui entra in gioco la fondamentale partita sulle infrastrutture materiali ed immateriali che riguarda anche i corridoi europei dei trasporti (TenT). La funzionalità delle ZES è strettamente legata al disegno di mobilità a monte, oltre che alla creazione di un regolamento di attuazione in termini di gestione delle aree di adeguamento delle stesse (reti, impianti, logistica). Ovviamente le ZES possono operare efficacemente se sarà attuata una reale semplificazione amministrativa delle procedure autorizzative nonché un adeguato sistema di defiscalizzazione”.

“Occorre fare la ZES ed invogliare gli investitori a venire da noi, ma pure dobbiamo essere consapevoli che non è la ZES la panacea di tutti i mali. Quella delle infrastrutture nelle aree interne è una questione da affrontare con urgenza. La ZES ne è un tassello, pure importante, ma non l’unico. Cruciali e collegate alla ripartenza vera sono il treno veloce che collega Roma a Pescara, la rete Internet nelle aree interne assolutamente inadeguata per la banda larga, figuriamoci per fare Industria 4.0. Questioni fondamentali da affrontare con velocità e determinazione per dare da subito la consapevolezza che i territori si adattano al cambiamento anche grazie alla capacità di fissare le giuste priorità”, queste le parole conclusive.

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