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Zes unica, Paolucci: “Oltre danno anche la beffa”

Capogruppo Pd: “Ai beneficiari arriva un’inezia. Dopo il danno da noi annunciato dell’unificazione delle aree, Meloni, Marsilio e Magnacca prendono di nuovo in giro il comparto economico abruzzese”

COMUNICATO STAMPA

 

“Com’era facile prevedere la Zes unica già penalizza la nostra regione. È andata peggio di quanto ci aspettavamo e abbiamo denunciato, perché con gli ultimi ricalcoli del riparto del credito imposta da parte dell’Agenzia delle entrate il credito d’imposta avrà percentuali ridicole per chi lo richiede. Le istanze presentate dal 12 giugno 2024 al 12 luglio 2024 ammontano a circa 9 miliardi e mezzo, ma le risorse messe a disposizione dal Governo sono 1.670.000 milioni di euro, così la percentuale del credito d’imposta effettivamente fruibile da ciascun beneficiario si attesta sul 17,6668% dell’importo del credito richiesto, la metà di quella annunciata. Ci chiediamo se l’assessora Magnacca che tanto elogiava la Zes unica legge bene le carte prima di dichiararla un successo e prendere in giro gli abruzzesi”, attacca il capogruppo Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci.

“In pratica, una piccola o media impresa che avrebbe potuto avere il 35% con il riparto delle richieste, con la ZES Unica sarà all’incirca il 6% dell’investimento presentato, chiaramente per il già realizzato, perché per il resto del progetto, valido fino al 15 novembre 2024 sarà praticamente impossibile accedere al credito d’imposta – aggiunge Paolucci – . Per non parlare delle grandi imprese che si ritroveranno con una percentuale pari a circa il 3 per cento del progetto presentato”.

 

“Marsilio e la neo assessora alle Attività produttive Tiziana Magnacca pensano di risolvere i problemi con i comunicati stampa mentre le bugie hanno le gambe corte: l’Abruzzo nella Zes unica non conta più nulla, chi governa deve risolvere i problemi della comunità, non prenderla in giro. È il minimo sindacale anche per non fare brutte figure, come l’ultima inanellata sul PIL: siamo l’ultima regione per il differenziale del Prodotto interno lordo pre e post Covid analizzato dalla Cgia di Mestre, ma tutto resta fermo. Delle due l’una: o non lo hanno capito, oppure dello sviluppo reale dell’Abruzzo al centrodestra non importa nulla”.

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