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5G, WWF Abruzzo: “Fare verifiche su possibili danni a salute e ambiente”

La tecnologia del 5G divide. Alza la voce il WWf Abruzzo: "Assurdo non ascoltare pareri medici e ricercatori sanitari".

Indagini ad ampio raggio, che coinvolgano anche la parte medica e della ricerca sanitaria. La tecnologia del 5G sta prendendo piede, è in fase sperimentale, ma ancora non sono state espletate verifiche di impatto su salute e ambiente, con l’ascolto di pareri per l’appunto medici. “E’ necessario fare un po’ di chiarezza sulla tecnologia 5G e sulle comprensibili preoccupazioni che sta destando tra i cittadini”.

A comunicarlo è il Wwf Abruzzo a spiega: “In primo luogo 5G è un acronimo che indica la tecnologia di quinta generazione per la radiofonia mobile, quella che secondo i suoi fautori rivoluzionerà il settore garantendo velocità più elevate e aprendo la strada a nuove applicazioni a cominciare da quella che viene definita ‘internet delle cose’. Questa tecnologia è oggi ancora in fase sperimentale ma, attenzione, si tratta di sperimentazioni tecniche, tese a mettere a punto il sistema e non già di verifiche sanitarie sui possibili danni alla salute e all’ambiente che, a fronte di autorevoli dubbi espressi da scienziati di tutto il mondo, sarebbero invece indispensabili. E’ infatti semplicemente assurdo che per chiarire se la tecnologia 5G può essere o meno dannosa per la salute vengano acquisiti soltanto i pareri di docenti di fisica o, peggio, di operatori del settore, e non quelli di medici e ricercatori in campo sanitario del tutto indipendenti dalle grandi aziende. La stessa delibera del 5 maggio 2019 con la quale l’Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) determina le procedure per l’assegnazione e le regole per l’utilizzo delle frequenze 5G non è stata preceduta da adeguati monitoraggi ambientali e sanitari e da una valutazione preventiva dei rischi né tantomeno c’è stato il consenso informato della popolazione”.

In Abruzzo la tecnologia 5G è in fase sperimentale a L’Aquila e in 11 piccoli comuni. “Queste undici comunità – continuano dal Wwf – sono state inserite dall’Agcom, senza alcuna consultazione a livello locale, nell’elenco di 120 municipalità nazionali che, secondo quanto stabilito, da luglio 2022 saranno obbligatoriamente coperte dalla rete 5G. Aver imposto dall’alto un simile obbligo non appare certo la procedura più corretta e partecipativa: una scelta destinata anzi ad alimentare sospetti e preoccupazioni. Ed è in ogni caso inaccettabile che la tutela della salute pubblica e dell’ambiente, richiamata in ogni provvedimento di legge, venga poi di fatto ignorata a fronte delle pressioni delle aziende di telefonia e di alcuni settori tecnologici delle università palesemente vittime di una visione settoriale della realtà”.

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