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Da Sulmona in bici alla scoperta del “Cuore d’Abruzzo”

Comune con Fondazione Symbola per sistema cicloturistico locale

Si chiama “Cuore d’Abruzzo in bici”, è una rete di 14 percorsi cicloturistici che si irradiano dall’Abbazia di Santo Spirito al Morrone di Sulmona (L’Aquila) per un totale di mille chilometri attraverso 27 Comuni del centro Abruzzo; una rete che costituisce la prima concreta fase di “Cuore d’Abruzzo”, Piano di valorizzazione turistica del centro Abruzzo allestito da Comune di Sulmona e Fondazione Symbola per mettere a sistema le valenze di quattro territori, Valle Subequana, Valle Peligna con la Majella, Valle del Sagittario e Alto Sangro.

Tutti itinerari – si legge sull’Ansa – già fruibili sulla piattaforma Komoot, ben nota al pubblico dei cicloturisti: accedendo alla raccolta http://bit.ly/CuoreAbruzzoinBici è possibile avere informazioni sui 14 percorsi mappati, con dati quali estensione, profilo altimetrico, grado di difficoltà, notizie sul patrimonio culturale e monumentale che è possibile incontrare lungo gli itinerari.

Un sistema di percorsi che nei prossimi mesi sarà disponibile anche sul portale del cicloturismo della Regione Abruzzo.

Il territorio su cui è stato costruito “Cuore d’Abruzzo” – che attraversa anche due parchi nazionali, un parco regionale, oasi e riserve – è assimilabile a un unico territorio urbano, con il vantaggio, non trascurabile in questo momento storico, della ricchezza di cammini e percorsi cicloturistici e della presenza di territori che permettono il distanziamento sociale.

Un sistema, facilmente raggiungibile da Roma, da Pescara e da Napoli, che con circa 1.000 chilometri quadrati complessivi supera la dimensione della provincia di Rimini (863,6 kmq) ed è di poco inferiore alla superficie di Roma (1.285 kmq).

“Sono molto orgogliosa di questo lavoro che ha consentito al nostro territorio di ragionare in modo collettivo – ha detto il sindaco di Sulmona, Annamaria Casini – Un sistema integrato è la chiave vincente per guardare al futuro. Il progetto parte da una mappatura già fatta, da una rete concreta e reale. Occorre ora migliorare la parte infrastrutturale, ad esempio con una segnaletica riconoscibile a livello regionale. Possiamo diventare un modello, far sì che questo prodotto, realizzato dal basso, rientri in una visione regionale di promozione del prodotto turistico”.

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