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Stop allo sci per la quarta volta: “Basta chiacchiere”

Sconcertati gli albergatori e gli operatori dell'Alto Sangro. "L'azione del Governo è stata irrispettosa. Chiudere gli impianti a 12 ore dall'avvio previsto è stata una beffa". La stagione oramai è compromessa.

Dove si può sciare in Abruzzo?

Confesercenti Centro Abruzzo esprime il suo disappunto per l’improvviso dietrofront del Governo sull’apertura degli impianti sciistici dell’Alto Sangro.

L’Associazione denuncia la tardiva comunicazione che non ha avuto rispetto per il lavoro di tante persone che nei giorni scorsi si sono adoperate per una riapertura in sicurezza delle piste, investendo denaro e sacrifici.

Per la Confesercenti, la decisione del Governo di chiudere gli impianti a 12 ore dall’avvio previsto è stata una vera e propria beffa: “Le stazioni sciistiche non lavorano da un anno e con grandi sacrifici hanno investito gli ultimi risparmi per anticipare le spese necessarie alla riapertura degli impianti nel rispetto delle regole date dal Governo – ha dichiarato Pietro Leonarduzzi, responsabile della Confesercenti di Sulmona – Ma improvvisamente le regole sono state cambiate”.

Per l’Associazione, è comprensibile che la variante inglese del Covid spaventi; ma agire in questo modo è irrispettoso verso le imprese, il mondo del lavoro e i cittadini.

“Ancora una volta la tempistica dell’informazione e il rispetto per chi lavora, non è il punto di forza di chi ci amministra – ha detto Angelo Pellegrino, dirigente di Confesercenti – La scorsa settimana il Comitato Tecnico Scientifico ha dato l’ok alla riapertura delle stazioni sciistiche. Ora ci troviamo con tutti gli impianti dell’Alto Sangro chiusi. Sulle nostre montagne gli operatori turistici hanno accettato prenotazioni, richiamato il personale, effettuato ordini di prodotti alimentari per i loro ristoranti, sanificato gli ambienti e tutto viene rimandato a una eventuale riapertura per il prossimo 5 marzo”

Per la Confesercenti Centro Abruzzo è evidente che a questo punto la stagione è compromessa. Per cui, più che chiacchiere inutilmente rassicuranti, occorrono ristori adeguati per rimborsare le spese sostenute per una ripartenza che non si è verificata.

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