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Sisma: lavori Chiesa di Santa Maria Maggiore al palo

A denunciare il grave episodio è il Comitato Civico per la ricostruzione della Chiesa, simbolo di Caramanico Terme: "Le intemperie di questi ultimi giorni stanno mettendo a durissima prova la tenuta della copertura provvisoria"

“Come prevedibile e temuto, le intemperie di questi ultimi giorni stanno mettendo a durissima prova la tenuta della copertura provvisoria del tetto della Chiesa di Santa Maria Maggiore a Caramanico Terme e, con essa, dell’intero edificio danneggiato dal crollo del tetto, avvenuto nel gennaio 2017, a causa delle eccezionali nevicate e dei concomitanti eventi sismici”.

A denunciare il grave episodio è il Comitato Civico per la ricostruzione della Chiesa di Santa Maria Maggiore di Caramanico Terme, costituitosi appena un anno fa dalla presa d’atto dell’intollerabile ritardo degli enti preposti (il MIBACT, Segretariato Regionale per l’Abruzzo; la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Chieti e Pescara) all’attuazione dell’iter burocratico sotteso alla realizzazione dei lavori di ricostruzione del tetto, finanziati dal CIPE ormai da circa tre anni per un importo di 1.500.000 euro.

Il tetto dell’edificio di culto, gravemente danneggiato a seguito dell’emergenza maltempo e del sisma del 18 gennaio 2017, data legata alla valanga che ha travolto l’hotel Rigopiano di Farindola (Pescara), tre anni fa è stata ricoperta da oltre due metri di neve, è crollato il 20 gennaio.

Così il simbolo della storia e della comunità caramanichese, luogo ricco di opere d’arte e di memoria, ha ceduto all’insopportabile associazione tra le sollecitazioni sismiche e il peso della neve.

Da allora “tutto è fermo al palo, nulla è cambiato”.

Angela De Stefanis, portavoce del Comitato, nato proprio per denunciare la “grave situazione di abbandono” in cui versa il luogo sacro, simbolo di Caramanico Terme, comune in provincia di Pescara, aggiunge: “Il forte vento dello scorso 23 gennaio ha scardinato e lesionato irrimediabilmente tre dei teli installati nell’estate del 2018, quando il Comune di Caramanico Terme, grazie ad un fondo regionale di 500.000 euro, realizzò l’attuale copertura che, per le sue caratteristiche (è composta da teli in fibra), era destinata ad avere una durata limitata”.

“Le fotografie mostrano chiaramente la presenza di un’ampia superficie rimasta scoperta, esposta alle infiltrazioni d’acqua, mentre all’interno è stata riscontrata la presenza di un’iniziale falla che rappresenta un gravissimo pericolo per la statica della struttura, per la quale si teme il peggio”, sottolineano dal Comitato.

“Lo stallo della procedura continua a suscitare non poco sconcerto nell’associazione e, maggiormente, in tutta la comunità caramanichese – denunciano ancora – Le reiterate segnalazioni fatte dal Comitato (ed anche dal Sindaco di Caramanico) ai suddetti organi in quest’ultimo anno sembravano aver colto nel segno quando lo scorso 19 ottobre 2020 il Segretariato Regionale per l’Abruzzo, con determina n. 65, ha affidato l’incarico della progettazione definitiva ed esecutiva a libero professionista, stabilendo il termine di novanta giorni per il deposito degli elaborati completi per l’indizione della successiva gara, decorrente dalla data di conferimento dell’incarico, da formalizzare con scrittura privata”.

“A tutt’oggi, però, del progetto esecutivo non vi è traccia alcuna e ci si chiede, con grande preoccupazione, quanto tempo dovrà ancora attendersi prima che i lavori di consolidamento e restauro vengano finalmente realizzati – precisano – Le risposte da ultimo ricevute dai responsabili di tali organi sullo stato dell’arte dei lavori sono state, purtroppo, ancora una volta vaghe, ciò che induce a ritenere che il termine fissato nella richiamata determina sembrerebbe avere, ma non lo è, natura ordinatoria”.

“Questo sarà argomento da trattare in altra sede, dove il Comitato farà valere le proprie ragioni al solo fine di tutelare il sacrosanto diritto dei caramanichesi ad esercitare il culto cattolico nella propria Chiesa Madre e di restituire il bene, di plurima valenza, a tutta la comunità, non solo caramanichese”, concludono.

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