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Curva Italia tra più basse in Ue, ma focolai varianti

Tutte le Regioni e le province autonome sono classificate a rischio basso, tranne tre: Basilicata, Friuli-Venezia Giulia e Molise

La curva epidemica da Covid-19 in Italia si presenta come tra le più basse tra quelle dei principali Paesi europei. Un dato che si accompagna al calo dell’incidenza dei casi, che si colloca a 50 per 100mila abitanti, e ad un indice di trasmissibilità Rt stabile al 0,69.

Tutti indicatori che lasciano ben sperare e che arrivano dall’ultimo monitoraggio settimanale della Cabina di regia. Tuttavia, l’epidemia non è finita, avverte l’Istituto superiore di sanità, ed a preoccupare sono soprattutto i focolai della variante Delta del virus SarsCov2, presenti anche sul nostro territorio e che potrebbero eludere alla protezione vaccinale. Il quadro epidemiologico tracciato dal monitoraggio, ha spiegato il direttore della prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza in conferenza stampa, delinea una situazione che “procede in maniera molto buona e anche rispetto ad altri Paesi Ue ci troviamo in una situazione migliore perché, insieme alla campagna vaccinale, sono stati presi provvedimenti ispirati alla cautela. Quindi la situazione può essere osservata con un certo ottimismo“. Ma naturalmente, ha precisato, “l’epidemia non è finita e dobbiamo continuare con la campagna vaccinale a spron battuto”.

Certamente, ha evidenziato il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro, la curva epidemica è “tra le più basse in Ue e c’è una decrescita dei casi in tutte le Regioni, mentre cominciano ad essere numerosi i comuni dove non ci sono stati casi nelle ultime settimane”. Inoltre, “il tasso di mortalità continua a decrescere al crescere della copertura vaccinale” e induce all’ottimismo anche il fatto che la percentuale di casi che si riscontra in persone vaccinate sia “bassissima”.

Insomma, sembra davvero di essere usciti dal tunnel, come confermano pure i numeri del bollettino quotidiano del ministero.

Nonostante la fotografia positiva, continua però ad incombere la minaccia della variante Delta del virus, che si è dimostrata il 60% più contagiosa. “Vengono segnalati in Italia focolai di varianti, anche da variante Delta che possono eludere i vaccini – ha infatti messo in guardia Brusaferro -. Questi focolai devono essere monitorati con attenzione e ciò implica anche una grande attenzione nel tracciamento e nel sequenziamento. Proprio individuazione dei casi, tracciamento e vaccinazione sono gli elementi che ci consentono di affrontare questa situazione”.

Inoltre, si è visto che la “parziale evasione dai vaccini della variante Delta fa si che la dose unica possa non coprirla. Quindi in Gb si stanno velocizzando le seconde dosi. Noi invece – ha chiarito da parte sua Rezza – abbiamo sempre adottato un regime a doppia dose e questo dovrebbe proteggere di più la popolazione”.

Per ora dunque, è il messaggio conclusivo, “la situazione epidemiologica nel nostro Paese è più favorevole”.

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