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Rapino, il sindaco vittima di attacchi social e scritte vandaliche

Attacchi aperti diretti al primo cittadino Micucci. Il sindaco presenta denuncia alla caserma dei Carabinieri e si dice preoccupato per sé e i propri familiari, in particolare per la propria figlia adolescente.

Notte insonne per il Sindaco di Rapino Rocco Micucci che ieri sera, dopo la segnalazione di alcuni cittadini, ha constatato di persona il manifestarsi di azioni vandaliche e infamanti da parte di soggetti ignoti nei suoi confronti.

Una panchina in marmo, in una delle piazzette più caratteristiche del paese, è stata imbrattata con una scritta nera riportante la frase “𝙈𝙄𝘾𝙐𝘾𝘾𝙄 𝙈𝘼𝙁𝙄𝙊𝙎𝙊”.

“Una dedica che lascia ben poco all’immaginazione e che lascia invece tutti attoniti e amareggiati. Atti come questi vanno condannati senza se e senza ma, poiché esulano dalla critica politica e superano ogni pensiero razionale. A Rapino si consuma l’ennesimo attacco contro un Sindaco, ed una Amministrazione, ripetutamente vessati non solo per il loro operato, ma soprattutto a livello personale”, così si legge in una nota ufficiale del Comune, riportata sui social.

Si dice esterrefatto e disgustato il Primo Cittadino per ciò che si sta verificando da tempo nel paese: “Non è il primo atto vandalico che questi vigliacchi pongono in essere. E’ solo di pochi giorni fa l’imbrattamento di due cartelli stradali, di recente collocazione, all’ingresso di Via Vico della Chiesa”.

Ma sono anni ormai, a detta del Sindaco, che nel piccolo paese del chietino si registra l’atteggiamento di chi non accetta “il risultato democratico delle elezioni e cerca di avvelenare l’armonia di un paese, cospargendola di odio e di rancore“.

“La situazione è molto grave perché non solo gli atti vandalici si stanno perpetrando senza controllo. Ma, dopo alcuni post sui social, in cui si calunnia il Sindaco perché si sarebbe “pappato” (rubato) i soldi dei lavori di consolidamento effettuati quasi 13 anni fa, in cui si apostrofa il Primo Cittadino con frasi come “Sindaco sei un cretino”, ora si arriva addirittura a dare del mafioso all’Autorità di Pubblica Sicurezza Locale, nonché Pubblico Ufficiale e rappresentante legale del Comune di Rapino e dell’intera collettività”, dice il sindaco.

“Si è superato ogni limite e non sempre porgere l’altra guancia risulta essere la soluzione”: si legge nella denuncia sporta dal Primo Cittadino alla locale Caserma dei Carabinieri per tutelare il patrimonio pubblico, preannunciando azioni a tutela del proprio onore e di quello del Comune di Rapino. Manifesta, poi, preoccupazione Micucci per sé e i propri familiari, in particolare per la propria figlia adolescente, ai quali potrebbe accadere di tutto se le persone che hanno compiuto tali gesti dimostrano chiaramente di aver perso il controllo e una sorta di ossessione patologica nei suoi confronti.

“A tutto ciò, va aggiunto il danno di immagine al sottoscritto e all’intero Ente che rappresento, oltre la calunnia, perché essere etichettato come “mafioso”, essendo l’appartenenza ad organizzazioni mafiose uno dei peggiori reati del nostro ordinamento, soprattutto per chi riveste legittimamente una carica pubblica. Dunque non bastano gli esposti giornalieri di una minoranza che attacca l’Amministrazione e determinati suoi esponenti, ma si aggiungono le diffamazioni, gli insulti e certi epiteti che fanno di queste persone dei soggetti pericolosi per loro stessi e per gli altri. E il Sindaco non ci sta più! “Purtroppo l’atteggiamento di chi si è eretto a giudice giustificando chi non rispetta le regole in paese, con commenti su vicende che neanche conosce, ha armato la mano di questi vandali. Ora voglio vedere quanti di questi stessi capiranno cosa hanno provocato con questo atteggiamento e chiederanno scusa”. Solidarietà arriva da tutta la Maggioranza e anche dai sostenitori che chiedono che la Procura di Chieti, sempre pronta ad aprire azioni penali ad ogni scritto della minoranza, vista l’obbligatorietà dell’azione penale, persegua gli autori di questi che sono palesemente reati, per proteggere la rispettabilità del Primo Cittadino che rappresenta un popolo, un paese e tutti i suoi cittadini, perfino loro bollati con termini irripetibili da alcuni squallidi soggetti sui social ad ogni occasione”, così si legge, infine, nella nota pubblicata anche su Facebook.

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