Anche la Confesercenti interviene sulle recenti chiusure di attività commerciali nel centro di Avezzano. Purtroppo sono anni ormai che lo scenario è sempre lo stesso: la crisi economica, le liberalizzazioni e il caro affitti stanno svuotando la città di negozi e botteghe. La Confesercenti si è attivata più volte, confrontandosi con l’Amministrazione Comunale, al fine di cercare di invertire una tendenza negativa che ormai dura da troppo tempo e che sta portando ad una situazione disastrosa. Lunedì prossimo (27 febbraio alle Ore 16:00) l’Assessore Marianella, ha convocato le Associazioni proprio per parlare di Commercio: «ovviamente saremo presenti – conferma il Presidente Domenico Venditti – ribadiremo quelle che sono le idee per rilanciare i centri urbani ed evitare, ove possibile la loro desertificazione ed insisteremo con l’Amministrazione Comunale per mettere in campo interventi decisivi e concreti».
Venditti tiene ad analizzare anche le conseguenze che si hanno a seguito di una chiusura di attività. Al danno quasi sempre segue la beffa! Difatti, «Lo Stato – continua Venditti – mette a disposizione “ammortizzatori sociali” solo ed esclusivamente per la persona fisica dipendente, ma nulla prevede per il piccolo e medio imprenditore, commerciante, artigiano che, trovandosi in difficoltà, o addirittura già in stato di insolvenza, è costretto a chiudere e a rimanere a casa».
«Noi continueremo – ribadisce il Presidente Venditti – a farci portavoce delle esigenza di chi apre un’attività e chiede aiuti e sicurezze, ma così anche di chi chiude un’attività, qualunque sia, e chiede altrettante sicurezze per il futuro. Ben venga e per fortuna che c’è (e c’è stata in questi lunghi anni di crisi) una forma di assistenza al lavoratore dipendente che ha perso il posto di lavo: Cassa Integrazione, Disoccupazione o NASPI come si chiama adesso, Mobilità, ecc. ecc. Ma perché un imprenditore non ha nessuna tutela? Se si esclude l’indennizzo per cessata attività, la cosiddetta rottamazione della licenza per i commercianti in crisi, vincolata però ad un elevato limite d’età, 57 anni per le donne e 62 per gli uomini, nulla è stato mai previsto per l’imprenditore che chiude un’attività. E questo purtroppo avviene sempre più spesso e riguarda persone ancora giovani. Chiederemo ai responsabili Nazionali della Confesercenti di farsi carico di questa problematica, aprendo una vertenza con Governo e Parlamento».
Fonte: Confesercenti
Immagine: Il Centro