“In principio sono state le nomine politiche a distrarre la neoeletta classe dirigente di centrodestra dal governare la Regione. A ormai oltre metà percorso di governo, invece, a distrarla sono arrivati i giochi di potere: fratture, litigi, bracci di ferro e, ultima, la fuoriuscita dalla Lega di tre consiglieri che hanno costituito un gruppo nel gruppo misto. Mentre accade tutto questo: l’Abruzzo continua ad avere una programmazione e una governance sanitaria ferme al 2018 con un disavanzo che esplode; continuiamo ad essere fanalino di coda nella programmazione europea, altra grande non pervenuta del governo Marsilio; non ci sono progetti esecutivi che consentirebbero alla progettazione giacente di decollare con le opere”, duro il commento del capogruppo Pd, Silvio Paolucci sulla nuova spaccatura in maggioranza.
“Un vero e proprio gioco di potere, poco divertente, forse, per la Lega, che così perde numeri e, di conseguenza, conterà meno nelle scelte, quando queste ci saranno, perdendo anche quella trazione, spesso usata dalla forza fino a ieri maggioritaria per mettere Marsilio in difficoltà – incalza l’esponente Pd – Votare lega e fratelli d’Italia ha portato al potere una classe politica che si è divisa le poltrone e ha fatto praticamente nulla per l’Abruzzo.
“Oggi – conclude Paolucci – l’equilibrio di fatto cambia e se non renderà più vulnerabile chi governa, anche se onestamente stentiamo a credere che un soggetto politico nuovo non abbia altro interesse che esistere come i tre consiglieri oggi dichiarano, di certo rende più vulnerabile l’Abruzzo che ad oggi non ha nulla di concreto in termini di sostegno, sviluppo, sanità, lavoro, industria”.