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Ancora allarme alla LFoundry: “Mettiamo in fila i fatti”

RSU: "I nuovi guasti, verificatisi negli ultimi due giorni, cominciano a far riflettere".

LFoundry, sindacati rigettano documento turnazione

“Da sempre, osservando i fatti della vita, tendiamo ad analizzare un accadimento oppure l’operato di qualcuno pensando agli eventi importanti, ai fatti eclatanti. Questo modo di analizzare la realtà, però, è troppo approssimativo e non restituisce una rappresentazione piena, chiara ed obiettiva di quanto osservato”. Tornano ad esprimersi in una dura nota stampa le RSU di stabilimento della più grande azienda della Provincia dell’Aquila, tornata nell’occhio del ciclone ultimamente per un blackout interno.

“Nel caso specifico della LFoundry cerchiamo di mettere in fila alcuni fatti, piccoli e grandi, e proviamo a tirare le somme delle decisioni prese dalla nuova proprietà (che nel 2018 la vecchia proprietà presentò, avendo venduto a suon di milioni, come i buoni che avrebbero fatto grossi investimenti, mantenuto tutti i dipendenti):

• Eliminato lo sportello bancomat all’interno dell’azienda;
• Eliminate le convenzioni per far avere le carte di credito gratuite ai dipendenti (10 Euro annui a carta);
• Eliminata l’ADSL aziendale;
• Natale senza medico di turno in infermeria;
• Ridotte le ore di pulizia negli uffici e nei bagni;
• Ridotta la disponibilità di tute e, soprattutto, cappucci (ma il covid?);
• Mancato piano neve del 2020;
• Le ferie forzate per motivi di bilancio;
• Valutazioni fatte rispetto “al budget” imposto per ottenere un determinato margine piuttosto che ad un “benchmark”;
• Rattoppato, non sostituito, il tappeto segna passo, ormai liso, all’ingresso dipendenti;
• Infiltrazioni di acqua piovana in attesa di sistemazione ormai da un mese;
• Il pranzo di Natale offerto ai presenti e neanche un caffè a tutti gli altri, come se nei restanti 364 giorni dell’anno non dessero il proprio contributo;
• Omaggi natalizi alla catena di comando;
• Paventata possibilità di non mantenere la cogenerazione”.

“Poi arriva il blackout e l’ammissione che alcune attività, che forse avrebbero potuto evitarlo, sono in sospeso da luglio 2020 “causa covid”; spiegazione di comodo? Perché, allora, “causa covid” non si è continuato a mantenere il lavoro agile, con basse percentuali di presenza in azienda, così da mantenere un alto livello di distanziamento? I nuovi guasti, verificatisi negli ultimi due giorni, cominciano a far riflettere sul fatto che risparmiare non facendo delle cose è profondamente diverso dal risparmiare facendole in un altro modo e inizia a farsi strada il timore di un effetto domino. …valutate gente, valutate… Salutiamo il nuovo anno con l’augurio che il botto sia cosa passata e che lo rivedremo solo a dicembre prossimo. A buon intenditore…

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