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Emergenza Università: si richiedono coraggio, impegno e tanta forza di volontà

Indossare la giusta corazza, munirsi di corrette armi da combattimento e mettersi in marcia. No, non si tratta di partire per una guerra, ma, forse, quasi. Un gradino questa volta, sicuramente più alto rispetto a tutti quelli precedenti, che i ragazzi, conclusosi il quinto anno scolastico, dovranno scalare, ritrovandosi,  poi, faccia a faccia con una porta di vetro blindata, quale l’Università. ‘E’ la prima volta che…’: questa solita frase fa capire che, in realtà, non è in sé per sé il percorso da compiere quello che a tutti fa più paura, ma che si tratta in maggior modo, infatti, del senso di impotenza dinanzi ad un qualcosa del tutto estraneo e di cui si devono conoscere ancora i meccanismi.

Lo studente, definito da un pezzo di carta, ora, finalmente ‘maturo’, dovrà vedersela con un vero e proprio rivale che non lo lascerà, di sicuro, dormire sonni tranquilli. Una lotta, questa, combattuta in diversi modi, attraverso differenti tecniche e strategie. Rilassarsi fino all’ultimo minuto, ad esempio, e ‘prenderla con filosofia’ è un metodo adottato da chi crede di dover fare i conti con un avversario da poco. Ma il celebre proverbio ‘chi vivrà, vedrà’ sfaterà, un giorno – e proprio quel fatidico giorno di ingresso in campo universitario –  le illusioni che, da mesi, vagano nella mente degli spaesati studenti.

Non si capisce se, anche per questa volta, l’attesa aumenta davvero il desiderio di conoscere questo nuovo e temuto amico-nemico universitario, ma nel frattempo c’è chi racconta come vive gli ultimi giorni di totale indipendenza, pensando alla futura, ma oramai vicina, vita accademica: «Parto positiva perché anche se non dovesse andare nel migliore dei modi, è sempre un’esperienza che insegna tanto, non solo dal punto di vista didattico». Pensieri, invece, che si trovano su tutt’altra spiaggia sono quelli che tormentano una studentessa, accompagnata da una serie di ‘spaventose paranoie’: «Le mie aspettative sono altissime: una volta uscita dall’università dovrò avere un lavoro che mi aspetterà sulla soglia della porta di casa, ma, essendo realista, so anche che sarà molto difficile che accadrà una cosa di questo tipo. L’idea del totale cambiamento, però, è ciò che più mi spaventa».

Il percorso universitario presenta diverse sfaccettature, le quali, se non vissute in prima persona, risultano di difficile identificazione. E’ proprio la possibilità di scegliere il proprio destino, che, molte volte, rende ancor più complesso un cammino rispetto ad un altro che si deve necessariamente e meccanicamente eseguire. Questo conferma, infatti, una ragazza appassionata del mondo dell’Atletica, che si trova, ora, a dover camminare in bilico su un sottile filo che separa lo sport e lo studio :«Per me è difficile scegliere, perché lo sport, come lo intendo io, dà tutto, nel vero senso della parola, in particolar modo, sul versante lavorativo. L’università, invece, mi garantirà sicuramente una vasta preparazione e una grande cultura, ma, al contempo, sarà complicato poi trovare un lavoro dopo, specialmente in Italia».

Spostarsi o non spostarsi, questo è il dilemma che molti giovani, oggi, sanno di dover affrontare. C’è chi cerca di trovare un compromesso che possa, al tempo stesso, soddisfare tutte le esigenze personali. Tra le varie storie una, in particolare, è proprio adatta a questa tipologia. Alle prese con i libri e con le documentazioni varie per superare i temuti test di accesso della Facoltà di Medicina, la futura ed ambiziosa dottoressa che abbiamo intervistato, infatti, non nasconde la sua passione per i paesi esteri ed in particolar modo per L’Inghilterra: «Ho deciso di rimanere qui, per il momento, in quanto la preparazione non è facile e richiede tanto impegno e tanto studio ma, a volte, può portare anche tante delusioni. Tutto sarà più piacevole, però, una volta superata l’ammissione, in quanto dovrò studiare un qualcosa che mi appassiona veramente. Una volta presa dimestichezza con la nuova disciplina, farò una vera e propria follia. ‘A leap into the dark’: sarà il mio futuro passo, un passo sicuramente azzardato, proprio verso il ‘buio’ ma che mi aiuterà, al tempo stesso, a fare anche tanta esperienza. – così continua la neo universitaria con già tanti progetti nella mente – La mia seconda lingua, l’inglese, la mia seconda casa, l’Inghilterra, la mia passione per la medicina. Si tratta di un insieme di cose che, se messe al posto giusto, mi daranno la possibilità di trovare un lavoro all’Estero con il quale riuscirò a realizzare i sogni di una vita».

Si è parlato inizialmente, dunque, di un gradino importante, che preparerà tutti i ragazzi a salire una scalinata verso il mondo lavorativo, ancora un po’ lontano, però, dai vari progetti attuali. Indipendentemente da tutte le preoccupazione e da tutte le ansie che i giovani sentono far parte oramai del proprio corpo, comunque, l’esperienza avrà un ruolo importante. La consapevolezza di intraprendere un viaggio, infatti, sarà anche essa stessa parte del percorso che riuscirà a far maturare, questa volta per davvero, le future promesse. La felicità di veder realizzare, ognuno nel proprio campo, i piani programmati da una vita intera adolescenziale, porterà a conquistare una determinata forza, con la quale si avrà l’impressione di poter raggiungere addirittura la luna. Una cosa altrettanto importante da tenere bene a mente è che il tempo passa, ma che, per fortuna, questo stesso tempo è anche un nostro caro amico e se il nostro momento non è arrivato ora, comunque arriverà, anche se più avanti con l’età. D’altronde, sempre meglio tardi che mai. I treni transitano una sola volta nella vita, ma, cari ragazzi, voi che siete in procinto di partire per la meta universitaria, ricordate anche che la locomotiva del futuro è solita fermarsi, sostare e prendersi un caffè per tante stazioni.  (g.d’a.)

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