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Bisegna, la Minoranza insorge: “Amministrazione vive un lungo letargo”

Cinque i punti richiesti dalla Minoranza

“C’è chi dice che i primi mesi di una amministrazione siano i più attivi, mossi dalla determinazione e dalla foga dei nuovi amministratori, ma nel caso di Bisegna, viene da pensare che se il buongiorno si vede dal mattino, non sarà un quinquennio facile”. È quanto recita una nota di Donato Buccini per il gruppo di Minoranza del Consiglio comunale di Bisegna.

“La nuova compagine – si legge – sembra vivere un lungo letargo, che supera di gran lunga quello degli Orsi confidenti. Siamo consci che si sta vivendo un momento storico che non ha pari nella storia del mondo e men che meno per la nostra comunità e non abbiamo preso iniziative fino ad oggi, perché non si voleva dare l’impressione di speculare sulla pandemia, tuttavia oggi se non lo facciamo, più che speculare, saremmo complici di chi sta abbandonando una comunità al proprio destino nel momento del bisogno”.

“Si è convissuto con la pandemia, nella convinzione che il microcosmo Bisegna – San Sebastiano, fosse inviolabile, ma adesso stiamo assistendo ad un duro risveglio, fortunatamente attenuato dalle azioni e dagli strumenti a disposizione. Proprio oggi però sta emergendo in tutta la sua drammaticità la necessità di un progetto ed una organizzazione che combatta i disagi che quell’isolamento induce e la necessità di rendere gli strumenti fruibili senza viaggi e peripezie”.

L’ultimo caso è quello di un tampone positivo che non sapeva come tornare a casa, senza violare le leggi sull’isolamento fiduciario. Prima, sappiamo delle disavventure di chi ha avuto il covid, con difficoltà di approvvigionamento farmaci, o tamponi di controllo ad Avezzano. I concittadini ci chiedono, ma le borse lavoro, il servizio civile ecc… se non utili oggi, a cosa possono servire? Perché` non ci sono screening sul posto?
Il medico di famiglia esiste o è una figura mitologica?”.

“Oggi chiediamo, anzi pretendiamo
1. L’immediata attuazione di un gruppo in allerta che si occupi delle necessità dei malati;
2. L’attuazione di un piano di prevenzione che preveda la possibilità di avere tamponi in loco, financo se necessario, fare sedute di vaccinazione.

3. Il richiamo al medico di famiglia ad avere una maggiore presenza e soprattutto partecipazione alle necessità dei cittadini ivi compreso la parte burocratica della gestione dei controlli e accertamenti necessari.

4. La possibilità di eseguire analisi a domicilio, con l’ausilio delle cooperative che fanno questo
servizio a spese del comune.

5. Riattivazione del gruppo di protezione civile comunale
Ci auguriamo che il senso di responsabilità possa superare le ansie di immobilismo che questa compagine sempre più rende palesi”.

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