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Avezzano, Vescovo visita l’Oasi che accoglie ragazze abusate

L'Oasi "Madre Clelia" è stata inaugurata il 24 novembre del 2017. Suor Carla Venditti: "Perché la 'strada'? Perché è il luogo che Dio ci ha consegnato e dove incontriamo le nuove povertà".

Il Vescovo Giovanni Massaro ha visitato l’Oasi “Madre Clelia”, missione delle Apostole del Sacro Cuore di Avezzano, che si occupa dell’assistenza e dell’ospitalità delle ragazze sottratte dalla tratta in strada.

Il vescovo, con sensibilità e vicinanza, ha ascoltato i racconti di suor Carla Venditti, dei volontari e delle ragazze ospiti. A fine incontro, un momento di preghiera insieme in cappellina e la Benedizione del vescovo, che ha spronato a continuare la missione con coraggio.

Suor Clara ha raccontato: «L’Oasi Madre Clelia viene inaugurata il 24 novembre 2017, ma in realtà il servizio sulla strada nasce nel settembre del 2015, come frutto di una missione popolare vissuta ad Avezzano – racconta suor Carla insieme ai volontari – Perché la “strada”? Perché è il luogo che Dio ci ha consegnato e dove incontriamo le nuove povertà. Papa Francesco è una continua fonte di ispirazione: “Siamo testimoni di come lo Spirito Santo stia ispirando ovunque individui e comunità ad unirsi per ricostruire la casa comune e difendere i più vulnerabili”. Noi ci portiamo una verità scritta nell’anima: la vita ha senso solo quando la riconsegniamo. Le ragazze con le quali stiamo percorrendo un pezzo di strada sono giovani che hanno bisogno soltanto di essere amate. Noi siamo una comunità che vive una vita di famiglia e abbiamo capito che con loro non abbiamo bisogno di fare percorsi di recupero: non sono giovani cadute nel vizio ma giovani offese nella loro dignità di esseri umani. Hanno un bisogno estremo di essere amate e liberate dalla morsa dell’egoismo di tante persone senza scrupoli. Le accompagniamo giorno dopo giorno, senza fretta, senza pretendere nulla. La nostra fondatrice, Madre Clelia, faceva del bene e diceva a noi sue figlie che il bene deve essere fatto “senza resa”, senza cioè aspettarsi una ricompensa, perché siamo solo strumenti ma chi salva è Dio. Seguirle nel percorso di guarigione delle ferite del cuore richiede pazienza, delicatezza, costanza, tempo e uno sguardo che vada oltre i nostri orizzonti ristretti. Infatti anche noi, all’interno della famiglia, ci mettiamo in discussione e nel discernimento cerchiamo la volontà di Dio. L’Eucaristia, l’Adorazione e la Parola ascoltata ogni giorno sono le nostre pietre miliari. Come viviamo? La Provvidenza ci aiuta e noi ci diamo da fare con prodotti realizzati da noi, con il ricavato dei libri che scrivo e con tanta generosità che ci arriva da tanti amici. Le ragazze vengono aiutate a cercare un lavoro che ridoni loro la dignità e la serenità a cui ogni essere umano ha diritto».

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