Da metà maggio l’Italia è interessata da ondate di calore senza precedenti.
Tra i rischi da prevenire, vi sono anche quelli per l’apparato cardiovascolare.
Per questo la Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare (SIPREC) ha definito alcune buone norme soprattutto per chi soffre di patologie cardiovascolari o chi potrebbe essere un soggetto a rischio.
Anzitutto, la risposta alle temperature elevate è la vasodilatazione, ossia la dilatazione delle arterie che promuove la riduzione della pressione arteriosa e la sudorazione con perdita di liquidi ed elettroliti, spiega una nota. Questo può causare improvvisi fenomeni ipotensivi, collegati alla bassa pressione, e determinare stati lipotimici, forte astenia, in qualche caso vere e proprie sincopi. Per evitarlo occorre idratarsi bene e frequentemente e cercare di non esporsi eccessivamente al caldo.
Questi principi valgono soprattutto al mare: passare rapidamente dal caldo al freddo del mare può comportare un repentino passaggio dalla vasodilatazione alla vasocostrizione, determinando conseguenze pericolose, sia nei pazienti cardiopatici che in quelli sani.
La seconda precauzione è limitare l’esercizio fisico nelle ore più calde.
Con un grande caldo e un’elevata sudorazione, le mascherine possono accentuare problemi di respirazione ed esporre maggiormente in pazienti cardiopatici a crisi respiratorie o lipotimie, a causa di un ridotto apporto di sangue ossigenato al cervello, del calo della pressione e dell’ossigenazione ridotta in ambienti umidi e affollati. Ciò non implica un abbandono dell’uso della mascherina, ma una maggiore consapevolezza delle limitazioni soprattutto legate ad un aumentato impegno fisico (scale, stazione eretta prolungata, etc.) per i pazienti cardiopatici.
Tra i pazienti che prendono farmaci, due categorie meritano particolare attenzione. Chi prende farmaci anti-ipertensivi: rispettando l’aderenza alle prescrizioni del medico e consultandolo specificamente, è possibile applicare degli aggiustamenti posologici, riducendo il dosaggio e, in alcuni casi, se i valori pressori sono troppo bassi, interrompendo saltuariamente ed in modo controllato la somministrazione. Queste variazioni sono sempre da concordare con il proprio medico ed implicano automaticamente la necessità di misurare la pressione più frequentemente.
La seconda categoria di pazienti che richiedono maggiore attenzione sono coloro che fanno uso di diuretici. A causa della perdita di liquidi e di sali dovuta alla sudorazione, molto frequente nei soggetti con ipertensione e scompenso cardiaco, si rischia di incorrere in disidratazione e perdita di elettroliti, rendendo opportuna una rimodulazione della terapia con i diuretici o comunque una supplementazione idro-elettrica.
Un’altra raccomandazione riguarda la montagna, che nei soggetti cardiopatici determina una riduzione dell’ossigenazione del sangue. Un’eventuale vacanza montana deve essere affrontata con parametri che garantiscano delle precauzioni: arrivare a un’altitudine di non oltre 1000-1200 metri; andare in progressione, con una sosta di qualche ora ogni 500-600 metri.
L’alimentazione deve caratterizzarsi per essere leggera e “colorata”, ossia con una quantità significativa di frutta e verdura, che consentono anche una digestione più veloce.
Si deve rispettare l’aderenza terapeutica e disporre delle adeguate prescrizioni anche nel periodo estivo.
La SIPREC è attenta anche allo sviluppo della tecnologia e si proietta nel prossimo futuro, dove la telemedicina rivestirà un ruolo rilevante, soprattutto nell’ambito cardiovascolare. “Abbiamo promosso lo sviluppo di un’app “Heart way”, per essere vicini anche a distanza a chi ha problemi di cuore – spiega il Prof. Volpe, Presidente SIPREC – Questo progetto persegue l’obiettivo primario di controllare i principali fattori di rischio: pressione arteriosa e colesterolemia”.