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Ente parco Gran Sasso: rapaci a rischio causa zipline

Soa, Lipu e Altura: "accolte nostre osservazioni, ora Comitato VIA regionale metta la parola fine a questo progetto dannoso, la riproduzione e la vita stessa degli uccelli rapaci del parco verrebbe messa a rischio"

L’Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga ha rilasciato parere negativo per la procedura di valutazione di incidenza ambientale avviata dalla Provincia di Teramo per la realizzazione di una ferrata e di una zipline (il cosiddetto “volo d’angelo”) tra Pietracamela e Fano Adriano in provincia di Teramo. Inoltre ha rinviato il giudizio sull’apertura di una serie di vie di arrampicata sulla parete di Vena Rossa subordinandolo alla redazione di uno studio di incidenza specifico.

La parola finale sul progetto presentato dalla Provincia di Teramo a valere su risorse del Pnrr la dovrà dare ora il Comitato V.IA. della Regione Abruzzo. Ricordiamo che la stessa Commissione Europea ha specificatamente richiesto che i progetti Pnrr non comportino danni al patrimonio faunistico e ambientale in genere.

La Stazione Ornitologica Abruzzese, la Lega Italiana Protezione Uccelli e l’associazione per la Tutela degli Uccelli Rapaci e dei loro AmbientiALTURA avevano tempestivamente segnalato i rischi da collisione con i cavi della zipline per i rapaci che nidificano nell’area, dall’aquila reale al falco pellegrino. Tutto fondato su una enorme mole di studi scientifici pubblicati a livello internazionale e stranoti agli specialisti del settore ma incredibilmente ignorati dalla provincia.

Dichiara Augusto De Sanctis, consigliere della SOA: “Alcune attività turistiche che a prima vista sembrano molto accattivanti e prive di conseguenze negative possono invece comportare impatti rilevanti sulla fauna, fino addirittura a provocare la morte dei rapaci che impattano durante il volo con i cavi tesi nel caso delle zipline. La stessa attività di arrampicata sportiva in alcuni specifici contesti e periodi può determinare il fallimento per disturbo delle covate di aquile reali e falchi pellegrini, come dimostrano studi specifici realizzati in diverse parti del mondo. Gli adulti in cova si alzano dalle uova e lasciano il nido anche per ore per l’avvicinarsi delle persone e a quel punto l’embrione nell’uovo muore e la riproduzione fallisce”.

“Le attività turistiche – prosegue – sono importanti ma vanno inserite in maniera adeguata in ambienti così delicati come quelli dei parchi nazionali, soprattutto per le falesie idonee alla riproduzione delle diverse specie che sono in numero limitato. Invece questo progetto è a nostro avviso estremamente carente da questo punto di vista addirittura ignorando queste problematiche note a tutti gli specialisti del settore. Quindi bene ha fatto l’ente parco a rilevare queste criticità. Crediamo che si possano destinare questi fondi alla riqualificazione dei sentieri dell’area che spesso versano in condizioni non ottimali nonché al recupero di detrattori ambientali diffusi che peggiorano anche la qualità di visita da parte dei turisti.”

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