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M5S: dati Gimbe “bocciano Sanità abruzzese”

Pettinari (M5S): "Dal Covid il centrodestra non ha imparato nulla"

DPI all’Ospedale marsicano: il dono del Cai Avezzano

“I dati forniti dal ministero della Salute pubblicati solo qualche giorno fa, relativi all’anno 2020 e analizzati dalla Fondazione Gimbe, certificano l‘inadeguatezza del servizio sanitario abruzzese per quanto concerne i livelli essenziali di prestazione (Lea). La causa è da ricercare nei mancati investimenti in tema di prevenzione, che di fatto hanno determinato e continuano a determinare il perpetuarsi di un sistema sanitario pubblico inefficiente, che spinge sempre più abruzzesi verso la mobilità passiva”.

A dirlo è il vicepresidente del Consiglio regionale, Domenico Pettinari, che continua: “Più volte nel corso di questa legislatura ho denunciato situazioni al limite, gravi carenze e proposto delle possibili soluzioni, ma queste sono rimaste lettera morta”.

“Neppure gli ultimi due anni segnati dalla pandemia hanno convinto la maggioranza a fare inversione di rotta verso un modello di gestione più sostenibile della sanità. Chiari esempi di quel che affermo sono gli ospedali di Penne e Popoli, due presidi sanitari che da anni vivono enormi criticità legate a personale e attrezzature. Queste strutture vengono attenzionate dalla maggioranza di centrodestra solo quando l’ospedale di Pescara va in affanno e ha bisogno di alleggerire la pressione data dall’elevato numero di accessi, oppure in prossimità delle elezioni. Ora, dopo l’ultima conferenza stampa di autocelebrazione fatta dal presidente Marco Marsilio e dall’assessore Nicoletta Verì voglio ricordare a questa maggioranza che è inutile progettare enormi scatole vuote, se non si garantiscono i servizi minimi ed essenziali per gli utenti. L’annunciata riqualificazione dell’Ospedale di Penne non deve limitarsi a un rinnovo strutturale. Al San Massimo prima dei muri nuovi serve personale sanitario, medici, infermieri e Oss. Serve l’istituzione delle Uoc con la nomina di primari e l’autonomia finanziaria necessaria alla gestione dell’ospedale. A Penne si devono tutelare le grandi eccellenze, come gastroenterologia, che invece sono costantemente svilite da chi è alla guida di Regione Abruzzo. Avevano promesso un centro di ricerca che non è mai arrivato. Avevano promesso anche un macchinario per la Risonanza magnetica e non è mai arrivato. Manca un medico di radiologia che sia reperibile 24 ore al giorno. E poi bisogna riaprire i reparti: causa della mancanza di personale e posti letto molti di essi sono stati accorpati, e i pazienti di due, tre, fino anche a quattro reparti, sono gestiti dal personale di un solo comparto in modo promiscuo”, spiega.

“Questo porta problemi sia per quanto concerne la qualità del servizio, sia perché in questo contesto infermieri e Oss non possono specializzarsi adeguatamente nel servizio all’utenza. A questo proposito un ringraziamento va fatto proprio a quegli eroi che lavorano in corsia ogni giorno. Se non fosse per loro l’Ospedale di Penne sarebbe andato a rotoli. Ora ci vengono a raccontare che tra poco inizieranno i lavori di riqualificazione. Ma sono lavori che risulteranno inutili se non si interviene lì dove realmente serve. Basti pensare al pronto soccorso di Pescara: una grande ristrutturazione senza però intervenire sul personale e abbiamo un contenitore di fatto vuoto che crea ancora oggi numerosi disagi all’utenza. Le criticità del nostro Servizio sanitario regionale hanno radici profonde, ma questa non può essere una giustificazione per chi è chiamato ogni giorno a governare la nostra Regione e a fornire risposte e servizi ai cittadini. Bisogna attuare al più presto un riordino della nostra rete di medicina territoriale, ma soprattutto programmare bene le risorse, ne va del futuro del nostro sistema sanitario pubblico”, conclude.

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