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Salvini: “Pronto codice appalti che scommette su sindaci e imprese”

Il vicepremier: “Più è lunga la filiera delle procedure, maggiore è il rischio di certi fenomeni di corruzione". E poi sui piccoli Comuni aggiunge: "Non ha senso lamentarsi dello spopolamento delle aree periferiche se poi non si fa nulla per disincentivare le persone a lasciare i territori".

Stiamo lavorando ad un nuovo codice appalti che scommette sulla operatività delle imprese e dei sindaci che non dovranno più fare una gara per sostituire una tapparella in una scuola o una panchina in un parco. Puntiamo tutto sulla logica dell’affidamento diretto convinti che questo non alimenterà la corruzione, anzi finirà per contrastarla meglio”. Lo ha sottolineato Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti parlando dal palco della XII assemblea di Anci Giovani che si chiude oggi a Treviso.

Salvini ci ha tenuto a precisare che il codice tiene conto delle indicazioni portate avanti da Anci: “Abbiamo introdotto l’appalto integrato perché sappiamo che molti Comuni non hanno le risorse umane negli uffici tecnici per gestire gli appalti. Inoltre – ha precisato – se fino alla soglia di 5 mila euro ci sarà l’affidamento diretto, per gli appalti oltre i 5 milioni di euro, ci sarà la possibilità di scegliere se affidare direttamente o fare una gara”. Un percorso di questo tipo a suo dire sarà al riparo da ogni tentazione ‘corruttiva’: “Sono convinto che più è lunga la filiera delle procedure e maggiori sono i passaggi burocratici e maggiore è il rischio che certi fenomeni si verifichino. E poi se qualcuno dovesse sbagliare è giusto che alla fine paghi, anche se i sindaci e gli amministratori dovrebbero essere innocenti fino a prova contraria”, ha evidenziato ribadendo il suo consenso alla revisione del reato di abuso di ufficio.

Il ministro ha poi fatto cenno al tema molto sentito dai sindaci delle autorizzazioni da parte delle Soprintendenze. “Credo che avvierò con Anci una sessione di confronto su questi temi, spesso negli uffici territoriali ci sono dei veri propri esperti in ‘complicazione degli affari semplici”. Mentre ha auspicato una sorta di tagliando sulla legge Bassanini: “Con questo provvedimento si è spostata l’attenzione dalla politica ai tecnici, anche se poi sono i sindaci che ci mettono la faccia e prendono i voti dai propri concittadini”.

Altro tema d’interesse per gli amministratori quello dei piccoli Comuni. “Grazie ad un decreto abbiamo vinto una battaglia importante che riguarda i piccoli centri colpiti dal terremoto, siamo riusciti ad ottenere l’apertura delle scuole. Del resto – ha precisato – non ha senso lamentarsi dello spopolamento delle aree periferiche se poi non si fa nulla per disincentivare le persone a lasciare i territori quando sono privi dei servizi essenziali”, ha concluso il ministro.

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