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Torneo mondiale di calcio fra gli esperti dei semiconduttori: l’unica squadra italiana è la LFoundry-Smic

Oltre il campo del lavoro, esiste il concetto senza tempo del passatempo. Colleghi che diventano spalle, fratelli di turni lavorativi faticosi e di notti testarde che diventano soggetti buoni anche per un assist. Tre lavoratori del settore dei semiconduttori, nove anni fa circa, decisero di mettere il timbro ad un evento calcistico dalle grandi aspettative. Il primo dei tre proveniva dalla città di Catania, mentre, i suoi due colleghi di lavoro dalla Francia del Nord e del Sud. Decisero, all’unisono, di buttarsi in una nuova avventura, tutti, allora, aderenti alla realtà industriale della STMicroelectronics, relativamente agli stabilimenti collocati, rispettivamente, in Italia e in Francia. Si tratta, a tutti gli effetti, del Torneo internazionale che ha lo scopo di riunire, sotto il suo tetto ludico, ogni anno, varie squadre di calcio (quest’anno in tutto 16) provenienti, più che altro, dalla patria francese e tedesca. Le compagini così decise e selezionate vanno a rappresentare, sul campo da gioco, le aziende del settore dei semiconduttori sparse nel Mondo, come la STMicroelectronics, che ha dato i natali alla gara calcistica. L’unica squadra italiana invitata a partecipare al torneo che si giocherà sabato sarà proprio quella dell’azienda marsicana LFoundry ‘adottata’ Smic.

 

IMG_7433I lavoratori-calciatori marsicani, dal canto loro, in realtà, hanno già preso parte al Torneo in questione, almeno negli ultimi cinque anni di tempo, a fronte dei nove anni, invece, di esistenza della gara stessa. Due anni fa, inoltre, è arrivata anche la vittoria e il guadagno, quindi, del primo posto per i dipendenti della LFoundry-Smic, mentre in altre occasioni sportive, la squadra dell’azienda da 1400 dipendenti in totale riuscì ad ottenere anche secondi posti di lusso. La sfida sul rettangolo verde di gioco, che dura esattamente un giorno, comprensiva di semifinali e di finali, ha un carattere prettamente itinerante: ossia, cambia di volta in volta la località e la location di realizzazione. Un anno venne attuata a Parigi, un altro anno, invece, a Catania, mentre quest’anno avrebbe dovuto prendere vita, inizialmente, proprio a Monaco. La squadra marsicana è composta da: Augusto, Valerio, Guido, Daniele, Cristian, Felice, Cesare, Claudio, Alberto, Charles, Ivan, Pietro, Roberto, i due Antonio ed, infine, Giampiero, tutti dipendenti e fratelli di turni di lavoro.

 

Per una sola edizione, inoltre, il torneo venne giocato proprio fra le mura della città di Avezzano, quattro anni fa esattamente. La particolarità della gara risiede nel fatto che non si tratta, espressamente, di un torneo di calcio a 11, ma di un torneo di calciotto. Le competizioni sportive vengono concertate tutte in una giornata (ogni partita, infatti, può durare al massimo 15 minuti) e questi match vengono considerati, nel cielo degli incontri di calcio, come delle vere e proprie occasioni utili per riunire chi buona parte della vita la trascorre onorando il proprio posto di lavoro, il rispetto per il territorio e la fatica ripagata dopo tanto sforzo. Il calcio, in questo caso, quindi, diventa più che altro un veicolo di fratellanza fra colleghi di uno stesso mestiere, specializzati e specializzanti. Per chiacchierare durante le partite, si utilizza, in genere, la lingua inglese o il francese, anche se, come l’Italia ben sa, la lingua del calcio e dello sport ha davvero un retrogusto universale. La partecipazione al Torneo è totalmente a carico dei dipendenti stessi, viaggio incluso. I lavoratori marsicani, quest’anno, saranno accompagnati nella gara, per la prima volta in assoluto, dal direttore dell’ala Smic dell’azienda di Avezzano, il quale, direttamente dalla Cina, probabilmente, deciderà anche di scendere in campo assieme ai suoi nuovi colleghi di lavoro Oltreoceano. L’unico paradosso sta nel fatto che l’ideatore italiano del Torneo, che ha dato il via alla manifestazione, fosse operaio di un’impresa che, alla fine, proprio a Catania, ha chiuso i battenti, eppure la memoria del torneo è rimasta intoccata. Ecco come il lavoro riesce ad andare oltre. Ed ecco come quell’oltre, a volte, riesce ad essere anche riempito di familiarità e di sconfinatezza. Ciò che importa, alla fine, è la salute, si sa, la quale, ovviamente, può derivare anche dalla passione che viene impiegata nei mestieri e dalla stessa passione che viene immessa nel tempo libero al servizio della risata.

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