I bambini sono tutti uguali di fronte ai sogni, sono tutti fatti della stessa materia. Gli adulti, infatti, dovrebbero prendere spunto da loro e non da chi si crede più grande di loro. Sognare è un’operazione che richiede una buona dosa di immedesimazione nei desideri che si vorrebbero realizzati. Vivere è un po’ più complicato: presuppone l’esaudimento di quegli stessi desideri sognati. A ciò servono realtà come l’ANFFAS Onlus di Avezzano, ma anche come L’UNITALSI, ossia l’Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali: vere e proprie sirene che cantano una canzone diversa, ma comprensibile da tutti. Il giorno 25 settembre prossimo, di domenica, allo Stadio comunale di Trasacco, la meraviglia dell’uguaglianza scenderà finalmente in campo grazie al sapore dello sport e contro ogni forma di pregiudizio o di diversità. La manifestazione colorata trasaccana, allegra e spensierata, è nata in concordanza con l’anno mondiale del disabile ed ha toccato, quest’anno, quota 14 edizioni. L’evento abbraccia più di 50 ragazzi con disabilità tutelati dell’ANFFAS di Avezzano e dall’UNITALSI della stessa città.
«14 anni fa, – spiega la presidente dell’ANFFAS Onlus di Avezzano, Domenica Di Salvatore – tutte e quattro le Anffas regionali lanciarono l’idea di voler organizzare una giornata diversa, riservata ai nostri ragazzi ‘speciali’ e dipinta da qualche attività ludica alternativa. Ebbene, – continua – io, assieme a mio fratello Alvise Di Salvatore, presidente dell’Associazione sportiva dilettantistica con sede a Trasacco Plus Ultra, abbiamo, invece, deciso di comune accordo, di unire la disabilità allo sport. Di unire, cioè, il corpo che si muove ad una mente che vuole essere in continuo movimento. Da quell’idea in bozza, uscì una giornata da 10 e lode per loro: i ragazzi con disabilità della Marsica». In collaborazione con l’Associazione sportiva dilettantistica Plus Ultra, quindi, domenica prossima, il palcoscenico sarà riservato a loro, loro che guardano la vita come se fosse un’immensa gemma preziosa da custodire. «I genitori soprattutto – afferma ancora la presidente – si sono innamorati profondamente di questa manifestazione dai mille significati differenti. Si tratta di un evento che guarda al futuro, imparando, però, dagli errori di mancata integrazione accaduti nel passato», dice.
«Sotto lo slogan di ‘Lo sport per unire i nostri mondi e sconfiggere le diversità’, i nostri ragazzi ‘fuori dal comune’ – continua la dottoressa Di Salvatore – trascorreranno una domenica particolare, praticando sport assieme agli atleti della Plus Ultra. Sono 14 anni che questa competizione buona, dove tutti, alla fine, vincono una medaglia, trova una realtà di intendimenti e di realizzazioni. Dalla mattina alla sera, quindi, numerosissimi eventi riguarderanno i ragazzi con disabilità della Marsica; ognuno di loro verrà affiancato ad uno sportivo dell’Associazione. Anche i ragazzi in carrozzina correranno lungo la pista ciclabile dello Stadio, assieme agli atleti. In genere, questa manifestazione – spiega ancora la presidente – viene organizzata verso la fine del mese di giugno. Quest’anno, invece, è slittata a settembre, ma, come si può ben vedere, non è stata cancellata, anche per via di una forte volontà sentita da parte dell’Amministrazione comunale in primis e da parte delle numerose famiglie che accolgono bimbi con disabilità, in secondo luogo».
L’evento è patrocinato dal Comune di Trasacco e sostenuto da tutta una rete fitta di associazioni (sportive e non) che vivono sul territorio sia trasaccano che marsicano. «Quella dello sport per tutti, è diventata, ora, una giornata simbolo: anche se il 25 settembre pioverà, la pioggia non cancellerà, di certo, il coraggio di gridare il mito dell’uguaglianza dei pensieri e dei sogni dei ragazzi. Se sarà brutto tempo, noi ci sposteremo tutti al Centro Anziani di Trasacco, dove daremo atto lo stesso al giorno ‘speciale’». Scrutare l’orizzonte ed osservarlo blu anziché color arancio, significa, per un ragazzo con disabilità, porsi in un rapporto diverso con il mondo, ma non per forza in un rapporto errato. «Ecco, – dice la Di Salvatore – lo sport ci consegna questa grande apertura mentale, facendoci intendere che l’uguaglianza è davvero un’isola felice. I nostri bambini sognano come tutti gli altri, senza esclusione di colpi. Amano, piangono, litigano, si affezionano come tutti, ma hanno bisogno di un’attenzione in più per poter camminare in avanti e di pari passo con la velocità di questo mondo, a volte, contorto. Le famiglie considerano queste manifestazioni di piazza come il giusto modo di portare all’aria aperta una volontà di integrazione che si fa sentire oggi sempre di più. C’è bisogno di unione, di comprensione, di uscire fuori dalle pareti domestiche. Per questi ragazzi, dopo che hanno ricevuto la maglietta dell’evento con su scritto: ‘oggi ho vinto io’, si è aperto un mondo più grande, il loro mondo, fatto di loro non senza gli altri, ma assieme agli altri», conclude la dottoressa Di Salvatore. Il logo della giornata sportiva e sociale assieme è rappresentato da due mani, congiunte tra di loro, che formano un cuore. «Lo sport, devo dire – chiosa, infine, la presidente – aiuta moltissimo a fondere questi due universi nemmeno poi così tanto paralleli tra di loro. La medaglia di questo evento, una per ogni ragazzo, è attesa da questi atleti speciali come una caramella di zucchero dopo tanto cibo amaro, somministrato dalla società che non vuole capire. Sarà un giorno sportivo particolare che darà tanto e che trasmetterà tanto. Tutti i ragazzi, con le loro rispettive famiglie, infine, pranzeranno poi assieme attorno ad una tavolata di leccornie offerta dal Comune. Le altre associazioni che si uniranno a questa carezza generale, saranno: l’Associazione Anziani di Trasacco, L’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti della Marsica, L’Associazione San Gabriele, l’Avis di Trasacco, l’Associazione Nazionale Alpini di Trasacco ed il Cam. «14 anni fa, lo ricordo ancora come se fosse ieri, mio fratello Alvise, – afferma ancora la presidente Di Domenico – a ridosso della prima edizione della manifestazione, mi chiese, preoccupato: ‘Come li dobbiamo prendere questi ragazzi?’. Al che, io risposi: ‘Sono loro che ti prendono per mano, sono loro che fanno tutto, noi non dobbiamo fare nulla’. Ed in effetti, oggi, a distanza di 14 anni, è ancora così».