“Mentre il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha chiesto a Rete Ferroviaria Italiana uno studio di fattibilità per i treni ad Alta Velocità tra Bologna e Bari, alcuni Comuni ricadenti nella tratta ferroviaria Pescara – Roma hanno adito il TAR Lazio contro il progetto di raddoppio. L’udienza di merito è fissata a Roma l’8 novembre 2023. Per l’Abruzzo e soprattutto per le aree interne l’Alta Capacità/Alta Velocità ferroviaria è una occasione irrinunciabile”.
Lo scrivono in una nota l’avvocato Aurelio Cambise, l’Ingegner Giovanni Ceglie e il signori Giovanni Domenico Mancini, i quali più volte sono intervenuti sull’argomento di importanza capitale.
“Abbiamo ricordato più volte che già sono stati stanziati 1 miliardo e 556 milioni di euro nel contratto di programma RFI – MIT per la velocizzazione della tratta ferroviaria Pescara – Roma con due scelte elettive possibili: Pescara – Sulmona e Avezzano – Roma”.
“Successivamente bisognerà adeguare anche la tratta ferroviaria Sulmona-Avezzano. Dobbiamo utilizzare anche i fondi europei a disposizione del PNRR per potenziare porti, ferrovie, aeroporti e autostrade. In questo contesto, la velocizzazione della linea ferroviaria Pescara-Roma è un’opera prioritaria per l’Abruzzo, che consentirà uno sviluppo in termini di merci e di persone lungo l’asse est-ovest, scommettendo sui Porti di Civitavecchia, di Pescara, di Ortona e di Vasto, sugli Interporti di Avezzano e di Manoppello e sull’Aeroporto d’Abruzzo. Le potenzialità di sviluppo economico e produttivo della Roma-Pescara sono inimmaginabili. Raggiungere Roma in 2 ore da Pescara vuol dire trasformare l’Abruzzo ed in modo particolare la Marsica e la Valle Peligna, luoghi appetibili sia per la vita di tutti i giorni sia per il turismo. Soprattutto per dire: Vieni a Roma perché c’è il Colosseo e la Fontana di Trevi, vieni a Tivoli perché c’è Villa Adriana e Villa d’Este e vieni a Pescara perché c’è la casa natale di Gabriele d’Annunzio”.
“Non ci accontentiamo – aggiungono – di promesse e di fatti inconcludenti: vogliamo la piena garanzia affinché l’adeguamento della linea ferroviaria Pescara-Roma si faccia. Non si capisce bene come alcuni Sindaci siano contrari al progetto del raddoppio ferroviario impedendo ai nostri territori di progredire o quanto meno adeguarsi ai trasporti che possano definirsi moderni. Gli esperti di logistica e di portualità, Ing. Antonio Nervegna ed il Dott. Euclide Di Pretoro hanno ricordato, in un recente comunicato pubblicato il 14 giugno 2023 sul sito “www.laportadellest.it” che c’era e c’è ancora bisogno di un’Autorità Portuale Lazio-Abruzzo. Ciò avrebbe costituito non solo un valido impedimento al dirottamento dei finanziamenti del PNRR, ma anche un forte incentivo alla realizzazione della ferrovia ad Alta Velocità/Alta Capacità Pescara – Roma. Dunque, l’Ing. Antonio Nervegna ed il Dott. Euclide Di Pretoro avevano visto giusto sull’importanza e sull’utilità di un’Autorità Portuale Tirreno – Adriatico. E’ notizia del TGR Abruzzo del 15 giugno 2023 che i lavori della Pescara – Roma dovrebbero cominciare a breve con l’avvio della gara di appalto relativa ai lotti Pescara – Chieti – Interporto d’Abruzzo – Manoppello – Scafa; mentre a settembre 2023 si chiuderà la progettazione per i lotti Tagliacozzo – Avezzano e Sulmona – Pratola Peligna. Sembra che dal 1° ottobre 2023 la TUA (Trasporto Unico Abruzzese) attiverà sulla tratta ferroviaria Pescara – Roma una coppia di treni nei giorni lavorativi da lunedì a venerdì: un treno partirà, la mattina, da Pescara Centrale alle ore 9:52 con fermate intermedie a Chieti – Sulmona – Avezzano e Tivoli, con arrivo previsto a Roma Tiburtina alle ore 13:34 e un treno partirà, nel tardo pomeriggio, da Roma Tiburtina alle ore 18:10 con fermate intermedie a Tivoli – Avezzano – Sulmona – Chieti e Pescara Porta Nuova, con arrivo previsto a Pescara Centrale alle ore 21:45. Si spera che detta coppia di treni non rimanga scritta soltanto nell’orario dei treni. Nella Marsica occorre potenziare anche gli ospedali di Tagliacozzo e di Pescina. Noi siamo dell’idea che ci sia bisogno di presidi sanitari per non essere colti malauguratamente di sorpresa e sprovveduti, come già è successo nel 2020, durante l’emergenza epidemiologica. Per la tutela della salute non si spende mai troppo. E infine ricordiamo che occorre investire risorse per un impianto irriguo nel Fucino per scongiurare i rischi frequenti di improvvise e disastrose alluvioni. Per l’impianto irriguo del Fucino erano stati già stanziati 50 milioni di euro dall’ex Giunta Regionale D’Alfonso” questa la conclusione.