La proposta di legge sul “suicidio medicalmente assistito” non ha ottenuto il voto favorevole della maggioranza in Consiglio regionale, portando così al respingimento del progetto di legge di iniziativa popolare. Il “si” è arrivato dalle sole opposizioni, che hanno ritenuto di condividere il percorso iniziato due anni fa, che ha visto per la prima volta, in Abruzzo, utilizzare questo strumento di partecipazione democratica che concorre alla formazione della legislazione regionale. Il testo arrivato in Aula nasceva dalla proposta di Riccardo Varveri e Gianluca Di Marzio, dell’associazione ‘Luca Coscioni’, che ieri hanno scritto una lettera aperta ringraziando i vertici istituzionali, i Consiglieri e i cittadini. 8.119 le firme depositate esattamente due anni fa in Consiglio regionale che hanno consentito di validare la proposta di legge che intende fornire “la garanzia necessaria dell’assistenza sanitaria alle persone che intendono accedere al suicidio medicalmente assistito”, definendo “tempi e modalità per l’erogazione dei relativi trattamenti”, anche per effetto della sentenza della Corte costituzionale n. 242/2019, che ha sancito come l’aiuto al suicidio, non debba costituire reato.
“Sappiamo tutti che il rango della legge è nazionale e noi non abbiamo competenze in merito. Interverrà il Parlamento con equilibrio. Se intervenissimo ora la nostra legge sarebbe inevitabilmente impugnata”, ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale dell’Abruzzo, Lorenzo Sospiri, che ha scelto di parlare dagli scranni riservati ai consiglieri. “Il voto di oggi sarà inevitabilmente contrario ma non è una norma più rinviabile purché sia composta nell’equilibrio – ha aggiunto il Presidente – Alcune sofferenze vanno normate e uno Stato civile, maturo, libero e indipendente deve normare; finora non è accaduto”. Sulla stessa linea, il capogruppo di Fratelli d’Italia, Massimo Verrecchia, che spiega come “la Regione non abbia la titolarità sul fine vita. Già dal 17 luglio prossimo inizierà la discussione in Senato, chiediamo di aspettare che il Parlamento si pronunci per competenza – ha aggiunto – il nostro voto contrario di oggi non è nel merito ma perché legiferi il Parlamento”.
Secco “no”, invece, quello dichiarato da Lega Abruzzo per bocca del suo capogruppo, Vincenzo D’Incecco. “Dobbiamo eliminare la sofferenza, non il sofferente. Puntare sul potenziamento della cure palliative, evitando di seguire il cattivo esempio di paesi ritenuti a torto ‘più civili’, che rischiano di superare a dismisura i limiti della dignità umana”. Intervento condiviso dalla consigliera Carla Mannetti che, nonostante la contrarietà alla proposta di legge, ha ringraziato i proponenti, apprezzando i loro interventi in commissione e dando atto di aver promosso un dibattito su un tema tanto delicato. Per il centrodestra è intervenuto anche il consigliere Luciano Marinucci (Marsilio Presidente).
“Il Consiglio regionale oggi ha bocciato un provvedimento che avrebbe ampliato i diritti dei cittadini che vivono in condizione di estrema sofferenza, un’occasione persa che ha impedito all’Abruzzo di compiere quel passo avanti nella sfera dei diritti legati alla dignità della persona” la posizione di Luciano D’Amico che con i gruppi di PD, Abruzzo Insieme, M5S, AVS, Azione e Riformisti, compone la coalizione di opposizione del Patto per l’Abruzzo. “A prescindere da ciò che accadrà in questa Aula, questa proposta sarà legge”, ha detto il consigliere regionale PD e vicepresidente del Consiglio, Antonio Blasioli, prima che l’Assemblea esprimesse il voto, aggiungendo: “L’Abruzzo oggi può solo decidere se essere una regione al passo con i tempi o no”. Pierpaolo Pietrucci (PD), invita il governo nazionale “a smetterla di bloccare le leggi regionali sul fine vita, impugnandole come fatto con la Toscana. Si tratta di una posizione ideologica – ha spiegato – senza solide basi di diritto. “Siamo qui non perché obbligati da un termine o da un regolamento, ma perché eletti per dare risposte anche nei momenti più difficili, soprattutto quando si tratta di diritti, libertà e dignità” per il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Francesco Taglieri, cui fa eco la collega di partito, Erika Alessandrini: “Oggi discutiamo di libertà, di autodeterminazione, di diritti inviolabili che la Corte costituzionale ci ha chiesto di tradurre in norme chiare”. Per le opposizioni sono intervenuti anche i consiglieri Enio Pavone (Azione) e Alessio Monaco (Alleanza Verdi Sinistra).
Comunicato stampa