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Abruzzo, strategie territoriali, Verrecchia fa chiarezza

"Le strategie territoriali sono il frutto di percorsi che nascono dal basso, da territori che decidono di mettere insieme le proprie piccole strategie di sviluppo e le 7 aree Snai abruzzesi sono il risultato tangibile di questo approccio"

“Sui programmi comunitari 2021-2027, quale quello delle strategie territoriali cui la Regione ha dedicato un lungo periodo di approfondimento e dialogo sia con i territori che con i rapporteur della Commissione europea, bisogna avere un’attenzione e una visione a 360 gradi. L’Accordo di partenariato tra Repubblica Italiana e Commissione europea ha fissato gli obiettivi e i perimetri entro i quali poter consentire alle Regioni di disegnare le proprie strategie”.

È quanto dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Massimo Verrecchia.

“Quelle territoriali dei programmi comunitari, infatti, in base all’Accordo di partenariato devono essere limitate a specifici e contenuti territori e non possono coinvolgere tutti i comuni. Condizione per la quale la Regione Abruzzo ha predisposto una strategia territoriale regionale complessiva che, per garantire risorse a tutti i territori, prevede l’integrazione delle risorse e delle strategie comunitarie con ulteriori finanziamenti a valere sul fondo per le politiche della montagna e del Fondo Sviluppo e Coesione, assicurando in tal modo a tutti i comuni abruzzesi le risorse necessarie per lo sviluppo dei propri territori. La strategia territoriale complessiva, composta da singole e parziali strategie territoriali attuative dei programmi comunitari e delle risorse regionali e nazionali, è stata predisposta per finanziare ogni comune della Regione Abruzzo. E’ evidente che le analisi divulgate alla stampa sulla materia sono del tutto parziali, muovendo inopportune sensibilità di esclusione, sicuramente deficitarie delle complete informazioni sulle strategie regionali e, probabilmente, politicamente di parte visto il momento pre elettorale”, aggiunge Verrecchia.

“Notizie, dunque, strumentalizzate, fuori dal contesto che da mesi alimenta i programmi territoriali della Regione, ed una trattazione della tematica che non si è nemmeno curata di comprendere il passaggio significativo tra la programmazione antecedente e quella attuale. Le strategie territoriali contenute nei programmi comunitari, cui gli articoli emersi sulla stampa fanno riferimento, coinvolgono oggi oltre l’87% dei comuni abruzzesi, interessano il 96% della popolazione e abbracciano l’89% del territorio regionale. I suddetti articoli avrebbero dovuto raccontare che il ciclo di programmazione 2014-2020 della Regione Abruzzo prevedeva il coinvolgimento di soli 114 Comuni mentre grazie ad un lavoro di ridefinizione dei criteri ed ampliamento delle attività, nel nuovo ciclo di programmazione 2021-2027, le medesime strategie coinvolgono 266 comuni, cioè più del doppio”ì. Inoltre – aggiunge – sempre a differenza del passato, i comuni non perimetrati nella logica delle Strategie Territoriali (ripartite tra 128 comuni delle aree urbane e 138 delle aree interne cosiddette SNAI poiché ricadenti nella strategia nazionale), beneficeranno delle opportunità derivanti, tra l’altro, dal Fondo di politiche per la Montagna che consentirà di distribuire a 41 comuni abruzzesi circa 16 milioni di euro. Ne sono esempio i bandi recentemente pubblicati e già presentati alla stampa su servizi e strumenti di digitalizzazione nelle scuole, impianti di produzione di energia rinnovabile e mobilità sostenibile e green Community. Ma la strategia territoriale della Regione Abruzzo prevede ancora ulteriori fondi, come quelli messi a disposizione per contrastare lo spopolamento, si tratta di oltre 10 milioni di euro e, infine, la misura per gli enti territoriali prevista su FSC 2021-2027 che permetterà di completare la strategia complessiva raggiungendo tutti i comuni e consentendo di perequare le risorse a favore di chi, per qualsiasi motivo, ha beneficiato meno delle altre risorse economiche. Nessun comune e nessun territorio è, pertanto, escluso dalle strategie regionali di sviluppo, al contrario, il motto seguito dalla programmazione regionale resta ‘mettere insieme le forze per non lasciare indietro nessuno'”.

Le strategie territoriali sono il frutto di percorsi che nascono dal basso, da territori che decidono di mettere insieme le proprie piccole strategie di sviluppo e le 7 aree Snai abruzzesi sono il risultato tangibile di questo approccio. Si tratta di tempi lunghi di percorrenza in cui la logica non è la spartizione di un tesoretto ma quella di iniziare ad immaginare, in maniera congiunta, lo sviluppo di un territorio nell’ottica di quel benessere diffuso che il presidente Marco Marsilio ha immaginato e sta attuando per il nostro Abruzzo. Questa amministrazione regionale ha rafforzato la programmazione unitaria, ha ascoltato i territori e sta provando a gestire in maniera sartoriale tutte le esigenze, non escludendo da possibili risorse nessun comune, nessun abitante, nessuna impresa. E nessun allarme, dunque, esclamano i tecnici. Al momento il tema non è l’entità delle risorse, che ci sono per tutti, ma la capacità degli enti di saperle spendere e bene. E su questo aspetto l’esecutivo regionale sta mettendo a sistema tutte le risorse di assistenza tecnica e di capacità amministrativa disponibili sui programmi nazionali ed europei finanziati dai Fondi per la Coesione. E’, infatti, partito con il riconoscimento del Ministro Zangrillo l’innovativo progetto Hub delle competenze”, conclude il capogruppo Fd’I.

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