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L’Orchestra jazz che vorrei, un anno di attività all’Aquila

Concerto di Natale e bilancio al Conservatorio 'Casella'

“La musica abbatte le barriere: la musica è per tutti, è democratica, rivoluzionaria e creativa. La musica crea: crea relazioni sane”.

Con queste parole, l’assessore alle Politiche giovanili del Comune dell’Aquila, Ersilia Lancia, ha presentato i risultati del progetto ‘L’Orchestra jazz che vorrei’ in occasione di una conferenza stampa seguita da un concerto all’Auditorium Shigeru Ban al Conservatorio ‘Casella’ della formazione giovanile protagonista di questa iniziativa.

Un progetto volto a incentivare la diffusione della cultura jazz a scuola e tra le giovani generazioni.
Alla conferenza sono intervenuti, oltre all’assessore Lancia, Manuela Tursini, assessore comunale alle Politiche sociali, Claudio Di Massimantonio, direttore del Conservatorio ‘dell’Aquila, Katia Di Michele, presidente dell’associazione culturale Teatro Opera Project e coordinatrice del progetto, il maestro Pasquale Innarella, direttore artistico dell’Orchestra jazz che vorrei. A seguire i ragazzi dell’orchestra hanno eseguito brani preparati con i tutor per il concerto di Natale, tra cui uno interamente arrangiato e diretto da Francesco Bernardi, uno dei ragazzi dell’orchestra. “Siamo orgogliosi di valorizzare la cultura attraverso un’orchestra in cui sono coinvolti direttamente i ragazzi – ha detto ancora Lancia – che rappresentano il nostro sguardo verso il futuro”.
Concorde sulla valenza della musica in ambito sociale anche l’assessore Manuela Tursini che ha aggiunto “è un progetto di valore in cui abbiamo creduto molto per l’importanza che la musica ha a livello sociale: mette tutti sullo stesso piano”.
“È un progetto nato in sordina che il Conservatorio fin dall’inizio è stato ben lieto di poter dare su supporto – ha detto poi il direttore Di Massimantonio – perché comunque la mission di questo istituto è proprio quella di dare con contributo alla formazione musicale. Non tutti saranno musicisti un giorno, però oggi la musica offre tante altre possibilità, non soltanto nella parte performativa. C’è tutto un mondo dietro al palcoscenico che richiede anche quello delle competenze e che può dare lavoro: le trascrizioni, le partiture, le produzioni, e tanto altro”.

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