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Don Orione di Avezzano, via i sacerdoti per carenza di vocazioni

Il sindaco Di Pangrazio: “Faremo tutto il possibile affinché non accada. Questa scelta ferisce la storia di tutta la Marsica”.

Un incontro atteso e partecipato quello che si è svolto ieri pomeriggio all’Istituto Don Orione, dove il Comitato “Amici di Don Orione”, numerose associazioni, il clero, sindaci della Marsica e rappresentanti della politica regionale si sono ritrovati per riflettere su una notizia che ha colpito la città: il ritiro dei sacerdoti dell’Opera orionina da Avezzano previsto per giugno 2026. Una scelta motivata dalla Congregazione con la mancanza di vocazioni, ma che la comunità locale fatica ad accettare.

In sala era presente il vescovo, mons. Giovanni Massaro, insieme a numerosi primi cittadini della Marsica. Tra gli interventi che hanno segnato la serata, quello del sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, che ha interpretato il sentimento diffuso nella popolazione: “Ho ascoltato attentamente le relazioni, ma resta il fatto che ci state dicendo che ve ne andrete. E non è una buona notizia.”

Il primo cittadino ha riconosciuto con realismo gli aspetti pratici, a partire dalla garanzia che la RSA continuerà ad operare. Ma lo sguardo, inevitabilmente, si è spostato sul valore spirituale e storico dell’opera. Perché se l’assistenza e i servizi sono importanti, il tessuto umano e pastorale costruito nei decenni lo è altrettanto.

“Il Comitato e tutte le persone che mi hanno parlato – ha proseguito Di Pangrazio – chiedono con forza che i sacerdoti rimangano. Ne abbiamo qui di capaci, solidi, volenterosi. E pensare che a giugno se ne andranno ci lascia increduli.” Parole pronunciate non solo a nome dell’amministrazione avezzanese, ma anche dei numerosi sindaci e rappresentanti regionali presenti.

Il primo cittadino, richiamando la storia comune, ha ricordato come San Luigi Orione non sia soltanto una figura religiosa, ma una parte dell’identità marsicana: “Don Orione è un’entità che rappresenta tutta la Marsica. Lo abbiamo vissuto passo dopo passo, attraverso generazioni. Qui non parliamo solo di un’opera, ma di un pezzo di storia.”

E ha aggiunto, con un richiamo diretto ai responsabili orionini: “Chiediamo un occhio di attenzione, per la Marsica, per Avezzano, per una storia che non merita di essere interrotta.”

Non è mancato, infine, un accenno al senso di appartenenza e orgoglio locale: “Siamo coraggiosi, forti, generosi, ma anche determinati nel difendere le nostre istituzioni. Non abbiamo mai chiesto un euro per la struttura. Continueremo a farlo, ma chiediamo che la vostra posizione venga rivista.”

La serata si è conclusa con un appello condiviso: far sì che la voce del territorio arrivi ai superiori della Congregazione, affinché la decisione venga riesaminata e l’eredità spirituale di Don Orione continui ad essere presenza viva e operante nel cuore di Avezzano e della Marsica.

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