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Autonomia differenziata, Ginnetti: “Mannaia per aree interne”

"Combatteremo con tutte le nostre forze una scelta scellerata che aprirebbe ancora di più una voragine tra nord e sud"

“L’autonomia differenziata sarebbe una sciagura in termini di servizi, in particolar modo per il Sud e maggiormente per le aree interne. Combatteremo con tutte le nostre forze una scelta scellerata che aprirebbe ancora di più una voragine tra nord e sud, lasciando inoltre definitivamente indietro le aree interne del paese, quindi anche quelle aquilane, sotto l’aspetto sanitario, sociale, del lavoro e dell’istruzione”. Lo afferma Antonio Ginnetti, candidato alle prossime elezioni regionali del 10 marzo con la lista “Abruzzo insieme” in sostegno a Luciano D’Amico presidente. La Giunta regionale abruzzese non si è minimamente opposta, e addirittura il presidente Marco Marsilio ha promosso il ddl Calderoli, parlando di un testo di legge equilibrato che farà bene a tutto il Paese”.

Secondo Ginnetti, il regionalismo rafforzato rischia quindi di mettere in discussione “dei diritti fondamentali dei cittadini come quello alla salute, all’istruzione, alla sicurezza e al lavoro che non devono essere oggetto di autonomia differenziata”. “Non è il momento di guardare all’appartenenza politica – commenta ancora Ginnetti – Bisogna frenare questo processo che porterà al definitivo e irrecuperabile divario tra Nord e Sud che già oggi è evidente in tanti i servizi”. “Si pensi in particolar modo ai servizi nelle aree interne dell’Aquilano, una delle province più estese in Italia con una bassa densità di popolazione, vie di comunicazione fatiscenti e tempi di percorrenza elevati  – prosegue – Si guardi, ad esempio, alla sanità che subisce da anni tagli indiscriminati, gravata da mobilità passiva, strutture inadeguate, lunghissime liste d’attesa e carenza di personale medico e del comparto. Prima di parlare di autonomia differenziata, quindi, bisognerebbe mettere in campo ogni sforzo possibile per porre sullo stesso piano tutti i territori, da Nord a Sud e non penalizzare le regioni, già deboli, a vantaggio delle più forti”.

“Questa idea scellerata, inoltre, è stata posta in essere senza definire i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep), fondamentali per garantire ai cittadini servizi efficienti. Il Governo evita sapientemente di spiegare come verranno finanziati i Lep per le regioni che non sceglieranno di aderire all’autonomia differenziata e che hanno una ridotta capacità fiscale – conclude – L’autonomia differenziata creerà una spaccatura insanabile tra regioni forti e ricche e regioni più deboli dalla crescente povertà”.

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