COMUNICATO STAMPA
“Da ex commissario dell’Unione dei Comuni Montagna di L’Aquila a cui afferisce l’Ecad n. 5 Montagna di L’Aquila che si occupa di politiche e assistenza sociali, sono consapevole delle problematiche del mondo dell’autismo e della disabilità in genere”.
Paolo Federico, sindaco di Navelli (L’Aquila) e candidato al Consiglio regionale dell’Abruzzo con Forza Italia, risponde alle domande che Dario Verzulli, socio fondatore e presidente dell’associazione Autismo Abruzzo Onlus, ha rivolto pubblicamente a tutti i candidati sui diritti e l’assistenza delle persone con autismo.
“Per quanto riguarda l’accesso alle terapie credo sia necessario aumentare le risorse e potenziare i servizi per le famiglie. Inoltre punterei ad fare convenzioni con almeno altre 2 strutture sul territoriali dell’Asl n. 1 dove al momento ne esistono solo 3”, afferma rispondendo al primo quesito.
Rispetto al Protocollo per la salute orale di utenti non collaboranti, Federico ritiene utile “un tavolo di confronto finalizzato all’adozione di un protocollo basato su differenti assi: gestione dell’appuntamento, fase di accoglienza, focalizzare l’attenzione sulla prima visita per facilitare l’utente nell’ambientarsi, ridurre i tempi di attesa del paziente e pianificare gli appuntamenti successivi. Di certo però tale protocollo deve essere fatto insieme ai consigli del personale medico dentistico”.
“Nel 2024 pensare ancora che per un paziente non collaborativo si debbano seguire le stesse prassi di altri non ha senso”, rileva poi rispetto terza domanda sull’accesso semplificato e diretto ai servizi sanitari.
“Credo che, al contrario, si dovrebbe procedere con lo snellimento delle procedure e fare in modo che il servizio sociale di riferimento insieme alla Asl possa pianificare il più possibile. Inoltre, e purtroppo, anche per esperienza legata alle attività nel sociale sono consapevole di quanto possano essere odiose oltre che a mio parere inutili le ‘Revisioni annuali’. Credo che alcune soluzioni vadano trovate per superare o quantomeno non renderle annuali”.
“Conosco la problematica relativa ai finanziamenti del Centro di Riferimento Regionale per l’Autismo”, continua Federico rispetto alla quarta domanda. “Condivido la valenza regionale del Crra e che possa essere una risorsa per il rilancio della città dell’Aquila. Credo che in questa prospettiva potremmo arrivare a trovare finanziamenti e personale. Soprattutto attraverso i bilanci della Sanità, ma è chiaro che bisogna lavorarci con attenzione e determinazione”.
Rispetto all’inclusione scolastica, oggetto del quinto quesito, Paolo Federico fa osservare come “l’assistenza scolastica resta una delle voci più significative dei bilanci degli Ambiti sociali. Costi che sono esplosi negli ultimi anni, per questo à necessario spingere su una revisione di alcuni aspetti legati al personale scolastico e soprattutto incentivare una collaborazione proficua con il sistema scolastico regionale, tra gli Ambiti sociali e i Comuni per rendere l’inclusione scolastica più concreta”.
“Il docente di sostegno, a mio modesto parere, resta una figura fondamentale nella gestione dell’integrazione scolastica, pertanto una formazione specifica, richiesta più volte e che li tolga dall’improvvisazione risulta essere fondamentale”, dice rispondendo alla sesta domanda. “Credo che la programmazione Fse debba avere una voce di spesa di questo tipo magari abbinata a collaborazioni con Asl e Ambiti sociali”.
“Attualmente ci sono dei progetti che puntano all’inclusione lavorativa delle persone con grave disabilità. Credo sia necessario potenziare l’efficacia di azioni sulla scorta dei progetti come ad esempio IncluDiamo che prevede la collaborazione tra tutti gli Ambiti sociali della provincia dell’Aquila, per inserimento di una parte dei destinatari nel mondo del lavoro”, rileva a proposito della settima domanda.
“Credo che sia necessario ad ampliare la rete di collaborazione soprattutto con gli Enti del terzo settore e fare una scansione ottimale tra le abilità residue della persona e offerta del mondo del lavoro. Da no sottovalutare poi la creazione di cooperative specifiche. Una strada già battuta non sempre con successo ma si può riprovare”.
“Stando all’esperienza maturata nel Centro socio riabilitativo diurno di Navelli, nato da un progetto del 2003, sono convinto che il processo di inserimento in strutture del Dopo Di Noi vada cavalcato nel tempo con un lavoro costante proprio come quello che si fa nei centri diurni”, dice poi rispondendo all’ottava e ultima domanda. “Sono favorevole alla sperimentazione di piccole comunità residenziali”.