Gli orsi vittime dei curiosi, non più liberi di vivere in tranquillità la loro stagione degli amori.
Accade nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise dove l’ente che gestisce una delle più importanti aree verdi tutelate ha dovuto chiudere il sentiero che porta decine di escursionisti a filmare gli orsi in amore.
Il Parco, con un’apposita ordinanza, ha disposto la chiusura del sentiero F10 che sale in vetta al Monte Marsicano, quota 2.245 metri, dopo aver riscontrato che gruppi di persone si appostano ogni giorno, spesso accompagnate da guide, per poi pubblicare sui social, dopo poche ore, video di orsi che si incontrano nel periodo degli amori.
L’ente – scrive l’Ansa – ha anche raccolto testimonianze di chat, tra frequentatori della zona, dove vengono condivise informazioni puntuali degli orari e delle località in cui vedere gli orsi in accoppiamento.
Molte persone, accompagnate e non, sono salite in quota anche prima dell’alba, contravvenendo al regolamento sulla fruizione turistica delle aree.
“Crediamo che vedere tanti video di orsi, come quelli postati in questi giorni, sia sicuramente molto emozionante – recita una nota del Parco – Non comprendiamo però come nessuno si preoccupi del fastidio, delle interferenze e del disturbo che viene arrecato a questi splendidi e unici animali selvatici”. La chiusura del sentiero F10 resterà in vigore fino al 9 giugno, salvo esigenze di proroga per la migliore tutela degli orsi.
Situazione completamente diversa e più tragica è quella che ha scosso una località del Trentino, dove è stato trovato morto un cucciolo di orso albino in una foresta sopra l’abitato di Garniga, sul Monte Bondone. A trovare il cucciolo è stato il Corpo forestale della Provincia di Trento dopo la segnalazione di alcuni escursionisti in merito a un esemplare in difficoltà.
“Abbiamo ricevuto la segnalazione e ci siamo portati sul posto. L’animale non stava bene – ha spiegato a T quotidiano il dirigente del Servizio foreste, Giovanni Giovannini – ma la nostra indicazione è quella di stare lontani per non provocare le madri. Il protocollo prevede di favorire il ricongiungimento familiare, quindi almeno come primo intervento è giusto spostarlo dalla zona trafficata e lasciare che sia la madre a recuperarlo”.