Ho letto con stupore le parole durissime della direttrice del servizio Migrantes diocesano, Lidia Di Pietro, sul caso del dominicano espulso, parole diffuse successivamente al mio intervento nel merito in cui esprimevo soddisfazione, solidarietà a chi ne ha subito le condotte e ringraziamento alle Forze di Polizia.
In sostanza, difende il suo “diritto alle cure” e accusa chi, in questi anni, ha subito minacce, aggressioni e danni da parte sua… di essere poco comprensivo.
Ma davvero dobbiamo tollerare ogni follia solo perché chi la compie è “fragile”? Davvero un “pazzo” ha il diritto di seminare paura e violenza per strada? Nota a margine: da quel che mi risulta, essendomi voluto sincerare della questione, l’individuo non é una persona “malata di mente”. Sgomberiamo quindi il campo da questa ipotesi.
La verità è che la gente è stanca di essere giudicata da chi si erge a paladino del “politicamente corretto”, mentre chiede solo una cosa: vivere in pace nella propria città.
E questo vale per tutti, non importa il colore della pelle o il conto in banca: chi disturba l’ordine pubblico, va fermato.
Per questo chiedo pubblicamente trasparenza: il servizio Migrantes riceve fondi comunali? Se sì, come vengono spesi? Andrò a controllare.
Perché se si lavora con soldi pubblici, si risponde alla collettività. E si lavora per la collettività, non contro.
Basta usare parole come “inclusione” solo per accedere a finanziamenti. Serve chiarezza, serve rispetto.
E servono meno lezioni morali a chi vuole solo vivere serenamente.
Comunicato stampa